martedì, Ottobre 21

Ranucci, arrestato ad Abu Dhabi il killer di “Passerotto”: la pista albanese dietro l’attentato al giornalista?

Una svolta clamorosa potrebbe arrivare da Abu Dhabi per capire chi si nasconde dietro l’attentato a Sigfrido Ranucci, il conduttore di Report rimasto vittima, insieme alla figlia, dell’esplosione della propria auto davanti casa a Pomezia. Gli inquirenti italiani guardano ora con attenzione a un nome già noto agli investigatori: Altin Sinomati, cittadino albanese appena arrestato negli Emirati Arabi Uniti.

Arrestato il mandante dell’omicidio “Passerotto”

Sinomati era ricercato da anni per l’omicidio di Shehaj Selavdi, detto “Passerotto”, ucciso a colpi di pistola a Torvaianica il 20 settembre 2020. L’arresto, avvenuto grazie alla collaborazione tra la polizia di Abu Dhabi e il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia (Scip), segue un Red Notice emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.

Secondo le indagini, Sinomati sarebbe stato il mandante dell’omicidio, ordinato e pagato con 150mila euro all’esecutore materiale Raul Esteban Calderon. Quest’ultimo, insieme a Giuseppe Molisso, è già stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Frosinone. Gli investigatori ritengono che il delitto di “Passerotto” fosse collegato a un regolamento di conti interno al narcotraffico romano.

La rete criminale e la fuga negli Emirati

Le indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, della Squadra Mobile e dello SCO hanno permesso di delineare un quadro granitico di accuse contro Sinomati. L’uomo sarebbe stato uno dei principali canali di approvvigionamento di cocaina per l’organizzazione diretta da Molisso e Leandro Bennato, smantellata con un’operazione del 18 marzo 2025.

Dopo l’arresto di Calderon, Sinomati avrebbe lasciato l’Italia proprio per sottrarsi a un mandato di cattura imminente, trovando rifugio negli Emirati Arabi. Una fuga che ora si conclude con l’arresto ad Abu Dhabi, preludio a una possibile estradizione verso l’Italia.

La pista albanese e l’attentato a Ranucci

Gli investigatori italiani non escludono che il nome di “Passerotto” possa essere la chiave per comprendere la matrice dell’attentato contro Ranucci. Il giornalista, con le sue inchieste, aveva più volte denunciato i legami tra la mafia albanese e il narcotraffico nella capitale. Le coincidenze temporali e i nomi che tornano in scena alimentano il sospetto che l’attacco di Pomezia possa essere collegato a quegli stessi ambienti criminali smascherati da Report.

Ora le procure di Roma e i reparti investigativi attendono di interrogare Sinomati per chiarire se l’arresto sia solo un caso o il tassello mancante di una rete molto più ampia, capace di collegare omicidi, traffici internazionali e minacce contro chi indaga. Una domanda che pesa come un macigno: chi aveva interesse a colpire Ranucci e il suo lavoro d’inchiesta?

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