Le indagini condotte dalle autorità hanno ricostruito i tragici momenti finali. Susanna, anziché gettarsi dal ponte, si sarebbe lasciata scivolare nelle acque del fiume da una delle rive, in un luogo dove le ultime tracce sono state individuate grazie ai cani molecolari.
La corrente del fiume ha poi trascinato i corpi fino all’isolotto, dove sono stati trovati abbracciati. La Procura di Treviso, sotto la guida del Pm Barbara Sabbatini, sta valutando la possibilità di disporre un’autopsia per chiarire ulteriormente le circostanze della morte.
La lettera d’addio e il dolore del compagno
Prima della scomparsa, Susanna aveva scritto una lettera di addio di cinque pagine, lasciandola sul tavolo della sua abitazione. In questa lettera, la donna avrebbe cercato di spiegare le ragioni che l’hanno portata a prendere la decisione di porre fine alla sua vita e a quella della sua figlia. Il compagno di Susanna, Mirko De Osti, si era recato presso l’abitazione venerdì sera con l’intento di prendere la bambina, ma non trovando nessuno, si è allarmato e ha denunciato la scomparsa alla polizia..
La tragica scoperta della morte di Susanna e della figlia ha lasciato De Osti, così come l’intera comunità di Miane, devastato dal dolore. “Sono un uomo distrutto. Non trovo le parole. Grazie per l’affetto e la vicinanza”, ha dichiarato De Osti, meccanico e padre della piccola Mia, al parroco locale. Nonostante la lettera lasciasse presagire il peggio, De Osti sperava che almeno la bambina fosse stata risparmiata. La piccola Mia soffriva di epilessia, e il fatto che Susanna avesse portato con sé i farmaci salvavita aveva alimentato la speranza di una possibile salvezza. Tuttavia, queste speranze si sono spente con il ritrovamento dei corpi.
Gli altri tre figli di Susanna e la protezione della famiglia
Susanna Recchia, oltre alla piccola Mia, aveva altri tre figli nati da una precedente relazione. Questi ragazzi sono stati tenuti all’oscuro della terribile notizia per evitare che venissero a conoscenza della tragedia tramite i media. La famiglia ha cercato di proteggere i tre figli, mantenendo spenti i cellulari e staccando la televisione e internet. Nella villetta di via Panoramica a Miane, lo zio dei ragazzi ha spiegato ai giornalisti come stessero aspettando l’arrivo della psicologa e del padre per decidere come comunicare la terribile notizia.
La vicenda ha colpito duramente anche le forze dell’ordine, poiché il padre dei tre figli più grandi di Susanna è un poliziotto, collega degli agenti coinvolti nelle ricerche. Quest’uomo, l’ex marito di Susanna, ha partecipato attivamente alle operazioni di ricerca nella speranza di un esito diverso. Nonostante il rapporto tra i due fosse finito da tempo, l’uomo aveva mantenuto buoni rapporti con la madre dei suoi figli..
Il papà dei tre figli maggiori e il coinvolgimento nelle ricerche
L’ex marito di Susanna è un poliziotto che ha contribuito in prima persona alle ricerche, nella speranza che la storia potesse concludersi in modo meno tragico. Questo aspetto ha reso il caso ancora più drammatico, coinvolgendo emotivamente gli agenti di polizia che conoscevano bene il loro collega. Anche se la relazione tra Susanna e il padre dei suoi primi tre figli si era conclusa, i due avevano mantenuto rapporti civili per il bene dei bambini.
Cinque anni fa, Susanna aveva trovato nuovamente l’amore con Mirko De Osti, dal quale era nata la piccola Mia. Tuttavia, anche questa relazione era arrivata al capolinea circa un mese prima della tragedia. Sabato, De Osti ha spiegato ai giornalisti che la coppia si stava separando perché “le cose fra noi non andavano tanto bene”. Nonostante le difficoltà, l’uomo non avrebbe mai immaginato che Susanna potesse compiere un gesto così estremo, soprattutto portando con sé la bambina. “Se avessi saputo cosa avrebbe fatto, non le avrei mai lasciato la piccola”, ha detto De Osti, sconvolto dal dolore..
Una zona già segnata da un’altra tragedia
Il luogo in cui si è consumata questa tragedia era già noto alle cronache locali per un altro terribile evento. Nel febbraio del 2021, una donna di 31 anni si era tolta la vita lanciandosi dallo stesso ponte, tenendo in braccio il suo bambino di un anno e mezzo. In quel caso, il piccolo era stato miracolosamente salvato, ma la vicenda aveva già lasciato un segno indelebile nella memoria della comunità.
Questa nuova tragedia ha riportato alla luce vecchie ferite, e ha ulteriormente scosso gli abitanti della zona, già colpiti da lutti e storie di disperazione. Le circostanze che hanno portato Susanna Recchia a prendere una decisione così estrema rimangono al vaglio degli inquirenti, ma ciò che resta è il dolore incolmabile di una comunità e di una famiglia distrutta.