“Trump sta facendo saltare il commercio internazionale. Nella sua totale propensione alla bugia ha stimato i dazi degli altri Paesi mettendoci dentro di tutto: barriere non tariffarie, IVA, svalutazione monetaria. Questo porterà a un’ondata di ritorsioni che potrebbero scatenare una crisi mondiale senza precedenti”, ha scritto Calenda sui social.
L’ex ministro dello Sviluppo Economico ha poi sottolineato la necessità di una risposta immediata da parte dell’Unione Europea, proponendo l’adozione di un potente strumento finanziario, un vero e proprio “bazooka economico”, per rilanciare gli investimenti e la domanda interna, senza però innescare un’ulteriore impennata dell’inflazione.
La richiesta di una task force di emergenza
Calenda ha anche rivolto un appello diretto a Palazzo Chigi, chiedendo la creazione di una task force di emergenza per affrontare le conseguenze della decisione americana.
“Dobbiamo fare la nostra parte. Tutti i lacci burocratici e le misure inefficaci, come la Transizione 5.0, che frenano la competitività delle imprese italiane, devono essere eliminati immediatamente. Palazzo Chigi deve costruire subito una task force di emergenza con imprese, banche ed esperti”, ha dichiarato.
L’obiettivo di questa task force sarebbe quello di coordinare una risposta rapida ed efficace per proteggere le aziende italiane dall’impatto dei nuovi dazi e sostenere il tessuto economico nazionale.
Quali saranno le ripercussioni per l’Italia?
L’imposizione di dazi del 20% da parte degli Stati Uniti potrebbe avere effetti negativi su numerosi settori dell’economia italiana. Tra i comparti più a rischio ci sono:
Industria automobilistica: Molte aziende italiane del settore esportano negli USA componenti chiave per la produzione di veicoli.
Settore agroalimentare: Prodotti simbolo del Made in Italy, come vino, formaggi e olio d’oliva, potrebbero subire un drastico calo delle vendite a causa dei prezzi più elevati per i consumatori americani.
Manifattura e moda: Le imprese italiane che operano in questi ambiti potrebbero subire un forte contraccolpo dalla riduzione della domanda statunitense.
L’Italia, da sempre uno dei principali esportatori europei negli Stati Uniti, potrebbe trovarsi a dover affrontare una perdita significativa di quote di mercato a favore di altri Paesi non colpiti dai dazi.
L’Unione Europea pronta a rispondere
A Bruxelles si sta già discutendo la possibilità di rispondere con misure analoghe ai dazi imposti da Trump. La Commissione Europea potrebbe valutare l’applicazione di contromisure tariffarie su alcuni prodotti americani, come già avvenuto in passato in occasione di dispute commerciali con gli USA.
Nel frattempo, i leader europei stanno cercando un dialogo con l’amministrazione americana per trovare una soluzione diplomatica ed evitare un’escalation che potrebbe avere conseguenze devastanti per l’economia globale.