li Stati Uniti si ritirano ufficialmente dal ruolo di mediatori nei negoziati di pace tra Russia e Ucraina. La decisione è stata annunciata dal segretario di Stato Marco Rubio, che ha dichiarato: «Non abbiamo intenzione di volare dall’altra parte del mondo all’improvviso per mediare degli incontri».
Un messaggio chiaro, anche se parzialmente smussato dalla portavoce Tammy Bruce, che continua a parlare di «impegno per la pace». Ma la sostanza è un’altra: Washington cambia strategia.
Washington si fa da parte, ma resta sul ring
Il ritiro dal tavolo delle trattative rappresenta uno spostamento tattico: un modo per non restare intrappolati nel fallimento della mediazione diretta. Il Dipartimento di Stato parla ora di una “nuova metodologia”, cioè monitoraggio da lontano e intervento solo quando necessario.
Per Mosca, che vuole trattare solo con attori di pari peso, e per Kiev, che vede negli USA un indispensabile scudo politico e militare, questa svolta apre a scenari incerti.
Trump tra Mosca e Pechino: la vera sfida geopolitica
La Casa Bianca gioca su più fronti: riavvicinarsi a Mosca per allontanarla dalla Cina, senza però abbandonare completamente l’Ucraina. Il primo segnale? Una fornitura militare da 50 milioni di dollari approvata dal Dipartimento di Stato. Non è decisiva, ma ha un forte valore simbolico.