venerdì, Novembre 14

Leonardo, il bimbo morto strozzato dalla felpa: “Vietate da 20 anni”, cosa si scopre

Emergono dettagli inquietanti sulla tragedia di Leonardo Ricci, il bimbo di due anni morto soffocato all’asilo nido di Soci, nel Casentino. Il laccio della sua felpa si sarebbe impigliato a un ramo nel giardino della scuola, provocando il soffocamento. Ma un particolare rende la vicenda ancora più drammatica: quel tipo di felpa non avrebbe mai dovuto essere indossato da un bambino così piccolo, secondo la normativa europea.

Una regola chiara dal 2007: niente lacci nella zona del collo

La normativa europea EN 14682 è in vigore dal 2007 e stabilisce con assoluta precisione che i capi destinati ai bambini da 0 a 7 anni non possono avere lacci, cordini o elementi pendenti nell’area del collo e del cappuccio. Il motivo è uno dei rischi più noti nell’abbigliamento infantile: il pericolo di strozzamento o impigliamento durante il gioco.

Nel 2014 la norma è stata aggiornata introducendo un’unica eccezione: eventuali lacci sono ammessi solo se non sporgono oltre 7 centimetri. Frange, corde decorative, cappucci con cordini lunghi: tutto vietato da oltre un decennio.

A spiegare la portata delle regole è Barbara Bertocci, direttrice creativa di un noto marchio di moda per bambini, che ha ricordato che “si tratta di norme obbligatorie per tutti i Paesi UE e di un principio base di sicurezza. Se un’azienda non le rispetta, scattano sanzioni”.

La domanda cruciale: da dove arrivava quella felpa?

Mentre la Procura di Arezzo indaga per omicidio colposo su cinque educatrici del nido “Ambarabà Ciccì Coccò”, un interrogativo rimane senza risposta: perché Leonardo indossava un capo non conforme?

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