Durante il pontificato di Francesco, il Vaticano aveva mantenuto rapporti aperti con Mosca ed evitato dichiarazioni di condanna esplicite contro la Russia. Leone XIV, invece, ha scelto una strada diversa: prendere posizione etica chiara, riconoscendo l’Ucraina come popolo aggredito e richiamando il diritto alla difesa della libertà e della pace.
La scelta di ricevere Zelensky in prima udienza ufficiale non è solo protocollo, ma una netta presa di posizione morale e geopolitica. Il Papa si presenta come voce autorevole e autonoma nel panorama internazionale, in un momento in cui l’Europa appare divisa e gli Stati Uniti concentrati su dinamiche interne.
Incontro con Vance e nuovi scenari internazionali
Zelensky ha definito “positivo” anche l’incontro con il vicepresidente USA J.D. Vance e il segretario di Stato Marco Rubio. Si è discusso della situazione al fronte, della cooperazione bilaterale, delle sanzioni e di un possibile cessate il fuoco completo.
È emerso anche il riferimento a una telefonata prevista tra Vladimir Putin e Donald Trump, attesa per il giorno successivo. Segno che i contatti diplomatici, seppur difficili, sono ancora aperti e in movimento.
Un Papa meno neutrale, più coraggioso
La visione di Leone XIV appare chiara: la pace non può nascere da compromessi ambigui, ma da valori condivisi e dalla difesa delle vittime. La sua “pace giusta e duratura” è un messaggio forte che ridefinisce il ruolo del Vaticano sulla scena globale. Una linea nuova, che guarda alla giustizia come base della diplomazia.
L’udienza a Zelensky è il primo passo di un pontificato che promette di essere diretto, netto e determinato.