Caso Resinovich, bluff del tecnico smascherato
La confessione del tecnico si rivela falsa: parte la denuncia
Nuovo clamoroso sviluppo nell’inchiesta sulla morte di Liliana Resinovich. Nei giorni scorsi era emersa la dichiarazione di un tecnico dell’obitorio, il quale si era autoaccusato di aver provocato accidentalmente una frattura alla vertebra T2 del cadavere della donna. Oggi, però, quella versione crolla: l’uomo è stato querelato per falso.
L’annuncio arriva dall’avvocato Nicodemo Gentile, legale del fratello della vittima, Sergio Resinovich. A smascherare il “bluff” sono stati i risultati di una revisione specialistica delle immagini TAC del corpo, effettuate l’8 gennaio 2022, che confermano come la frattura fosse già presente all’epoca.
Chi è il tecnico querelato? E perché ha parlato solo ora?
Secondo Gentile, la versione fornita dal tecnico non è solo infondata, ma sospetta: «Sergio Resinovich ha chiesto di approfondire il motivo di queste sue mendaci e tardive dichiarazioni, di capire se sta aiutando o coprendo qualcuno». L’obiettivo è chiarire da chi potrebbe essere stato manovrato e quali contatti avesse con altre persone coinvolte nella vicenda. Vediamo cos’ha fatto il fratello di Liliana nei confronti del tecnico.