La leva non torna, almeno non nel senso tradizionale della “naja”. Ma il ministro della Difesa Guido Crosetto sta lavorando a un progetto che potrebbe cambiare profondamente l’organizzazione della sicurezza nazionale: una leva volontaria, fatta di riservisti addestrati e pronti a intervenire in caso di crisi. Un modello già discusso negli anni scorsi e ora rilanciato alla luce dei programmi di Francia e Germania.
Non è servizio di leva: nasce la “riserva volontaria”

L’obiettivo del ministero è creare una rete di cittadini formati, da affiancare alle Forze armate senza trasformarli in militari a tempo pieno. Parliamo di figure che nella vita quotidiana continuerebbero a svolgere il proprio lavoro, ma che in caso di emergenza nazionale potrebbero essere richiamate rapidamente.
Secondo il progetto, nella riserva entrerebbero:
Fonte consigliata: Italianews
- militari in congedo;
- ex VFP (volontari in ferma prefissata);
- ex guardie giurate e operatori della sicurezza privata;
- medici in pensione o in aspettativa;
- professionisti civili qualificati con competenze utili (tecnici, ingegneri, infermieri, operatori cyber).
Una volta selezionati, verrebbero sottoposti a cicli di formazione periodica e mantenuti in uno stato di pronta disponibilità per scenari di particolare gravità: guerra, attacchi informatici, calamità o crisi internazionali.
Il piano numerico: 10mila reclute subito, fino a 40mila in futuro
Il progetto iniziale prevede un corpo di circa 10mila volontari, con la possibilità di estendere l’organico fino a 40mila unità dopo una fase di valutazione. Sarà il Parlamento a fissare il numero definitivo.


















