sabato, Aprile 19

“18 anni fa…”: Garlasco, Bruzzone spaventata, cosa sta succedendo

Garlasco, il parere di Roberta Bruzzone:

Il caso del delitto di Garlasco continua a rimanere al centro del dibattito pubblico, anche a distanza di quasi due decenni.

L’attenzione mediatica non si è mai realmente spenta su questa vicenda che ha segnato profondamente l’opinione pubblica italiana.

 

Il protagonista principale rimane Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima Chiara Poggi, condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni di reclusione per omicidio.

Tuttavia, negli ultimi mesi, nuovi sviluppi hanno riacceso i riflettori sul caso. In particolare, il nome di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, è tornato alla ribalta. Già coinvolto nelle indagini anni fa, il suo fascicolo era stato archiviato otto anni or sono. Oggi, però, la sua posizione è tornata sotto esame, dopo che la Procura ha riaperto l’inchiesta a suo carico. A sostenere questa scelta sarebbero emerse nuove piste investigative.

 

Il ruolo della Procura generale e la polemica sull’intervista a “Le Iene”

 

Un altro elemento che ha contribuito a rilanciare il caso sui media è stata l’intervista rilasciata da Alberto Stasi al programma televisivo “Le Iene”. Secondo quanto riferito dalla Procura generale di Milano, quell’intervista avrebbe dovuto essere autorizzata preventivamente dalla magistratura di sorveglianza, visto che Stasi si trovava in “permesso premio” per motivi familiari.

 

Il parere negativo alla richiesta di semi-libertà per l’ex imputato è stato espresso pubblicamente dalla sostituta procuratrice generale Valeria Marino. La questione è stata discussa davanti al collegio giudicante composto dai magistrati Gentile e Caffarena, affiancati da due esperti. Il punto centrale è se Stasi abbia violato le condizioni del permesso partecipando alla trasmissione televisiva senza autorizzazione.

 

Il commento di Roberta Bruzzone a “Ore 14” su Rai 2

 

Durante una puntata della trasmissione “Ore 14”, condotta da Milo Infante su Rai 2, la criminologa Roberta Bruzzone ha espresso alcune considerazioni importanti. Intervenuta in collegamento video, la Bruzzone ha sottolineato le numerose criticità presenti nelle indagini svolte all’epoca del delitto.

 

“Ci sono state scelte investigative che non si possono certo definire adeguate – ha dichiarato la criminologa – e oggi ne paghiamo le conseguenze”. Il riferimento è alle prove biologiche e oggettive che, secondo lei, avrebbero potuto fornire risposte decisive se solo fossero state analizzate tempestivamente, quando ancora le tracce erano fresche e quindi più affidabili da un punto di vista scientifico.

 

Tracce dimenticate: la cavigliera mai analizzata

Continua a leggere per scoprire maggiori dettagli.