mercoledì, Maggio 7

“È morto questa mattina”. Lutto in Rai, Federica Sciarelli e Chi l’ha Visto i primi a dare la triste notizia

“È morto questa mattina”. Lutto in Rai, Federica Sciarelli e Chi l’ha Visto i primi a dare la triste notizia

Un grave lutto ha colpito il mondo dell’informazione e della televisione italiana. È scomparso all’età di 97 anni Lucio Manisco, uno dei volti più autorevoli e rispettati del giornalismo italiano.

La notizia della sua morte è stata diffusa questa mattina, suscitando grande commozione in tutto il Paese. A darne per primi l’annuncio sono stati Federica Sciarelli e la redazione del programma “Chi l’ha Visto?”, che hanno voluto ricordare pubblicamente il grande giornalista attraverso i canali social ufficiali della trasmissione.

Una carriera lunga e intensa nel mondo del giornalismo

Lucio Manisco ha rappresentato per decenni un punto di riferimento nel panorama dell’informazione televisiva italiana. Giornalista serio, equilibrato e dotato di un’invidiabile lucidità intellettuale, ha attraversato da protagonista i grandi avvenimenti storici e politici del Novecento e dei primi anni Duemila. Il suo stile inconfondibile, sobrio ma incisivo, ha lasciato un segno indelebile nel modo di raccontare i fatti attraverso la televisione.

Uno dei ruoli più noti e apprezzati da lui ricoperti fu quello di corrispondente Rai dagli Stati Uniti. Dal 1987 al 1992, Manisco fu il volto del Tg3 a New York, incarico che svolse con grande professionalità in un periodo particolarmente delicato e denso di eventi storici. Durante la sua permanenza negli USA, raccontò con estrema precisione ed equilibrio la fine della Guerra Fredda, offrendo ai telespettatori italiani un punto di vista lucido e ben documentato su ciò che stava accadendo nel mondo.

Un intellettuale al servizio dell’informazione

Lucio Manisco non è stato soltanto un cronista: era un intellettuale impegnato, capace di interpretare la realtà con spirito critico e indipendenza. La sua narrazione dei fatti non si limitava alla semplice esposizione degli eventi, ma offriva sempre una chiave di lettura profonda, attenta ai contesti e alle conseguenze politiche e sociali. Per questo motivo, il suo lavoro ha influenzato generazioni di giornalisti e ha guadagnato il rispetto sia dei colleghi che del pubblico.

Il suo contributo alla cultura giornalistica italiana è stato immenso. In un’epoca in cui l’informazione era ancora affidata esclusivamente ai mezzi tradizionali, la sua figura spiccava per coerenza, chiarezza e rigore professionale. Molti lo ricordano per le sue analisi puntuali, prive di sensazionalismi, sempre orientate alla ricerca della verità.

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