giovedì, Agosto 14

Accordo di Pace, Zelensky chiude ai “land swap”: “Non ci ritiriamo dal Donbass”

In attesa dell’incontro tra Trump e Putin, Zelensky ha voluto fissare pubblicamente i paletti della posizione ucraina. “Nessuna concessione territoriale”, ha ribadito. Le priorità di Kiev sono:

 

Un cessate il fuoco verificabile lungo le linee attuali.

 

Scambio di prigionieri su base “tutti per tutti”.

 

Rientro immediato dei minori deportati in Russia durante l’occupazione.

 

“La Russia non deve ricevere premi per l’aggressione”, ha aggiunto, sottolineando che la difesa dell’integrità territoriale non è solo una questione di sovranità nazionale, ma un precedente che influenzerà la stabilità internazionale per anni.

 

Il significato strategico del Donbass

Il Donbass non è soltanto un’area ricca di risorse minerarie e industriali. Dal punto di vista militare, le alture e le linee fortificate attualmente sotto controllo ucraino rappresentano barriere naturali contro eventuali offensive russe verso ovest. Cedere queste posizioni significherebbe aprire un corridoio per nuove operazioni e minacciare la sicurezza di altre regioni.

 

Per questo, ogni ipotesi di “land swap” viene considerata da Kiev un grave errore strategico. Gli analisti sottolineano che anche piccole concessioni territoriali possono alterare in modo significativo gli equilibri militari sul campo.

 

La posta in gioco diplomatica

Il vertice di metà agosto in Alaska, pur essendo presentato come un incontro esplorativo, rischia di avere ripercussioni rilevanti. Se da un lato potrebbe aprire spazi per un dialogo diretto tra Washington e Mosca, dall’altro potrebbe legittimare la Russia come interlocutore paritario nonostante l’aggressione in corso.

 

Per Kiev, l’esclusione dal tavolo principale sarebbe un segnale negativo. Le autorità ucraine temono che decisioni cruciali possano essere prese senza il loro coinvolgimento diretto, replicando dinamiche già viste in altri conflitti.

 

Le pressioni militari sul fronte orientale

Mentre la diplomazia si muove, sul terreno la situazione rimane tesa. Le truppe russe continuano a esercitare pressione lungo direttrici strategiche, in particolare nell’asse Dobropillia–Pokrovsk. Questo corridoio, se conquistato, potrebbe aprire la strada a un accerchiamento delle forze ucraine in alcune aree chiave del Donbass.

 

Fonti militari ucraine riferiscono di scontri intensi e di un aumento delle azioni di artiglieria. La resistenza ucraina, rafforzata da nuove fortificazioni e sistemi difensivi, sta rallentando l’avanzata russa, ma il rischio di sfondamenti resta alto.

 

Un conflitto che influenza la sicurezza globale

La posizione di Zelensky, così netta sul rifiuto di cessioni territoriali, è sostenuta non solo da motivazioni nazionali, ma anche dal timore di creare un pericoloso precedente internazionale. Se la comunità globale dovesse accettare modifiche di confini imposte con la forza, si aprirebbe la strada a nuove crisi in altre aree del mondo.

 

Per questo, l’Ucraina continua a chiedere sostegno politico, economico e militare ai partner occidentali, convinta che la sua resistenza sia parte di una più ampia battaglia per l’ordine internazionale basato sulle regole.

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