Nato a Como il 27 giugno 1943, Peregrini è morto all’età di 82 anni nella sua casa in Bretagna, circondato dall’amore della moglie Nicou e delle figlie Sofia e Anna. La notizia ha suscitato un’ondata di emozione e ricordi in tutto il Paese, segno dell’affetto e del rispetto che il pubblico ha sempre nutrito per lui.
Una presenza discreta ma indimenticabile
Chi ha seguito Rischiatutto negli anni ’70 ricorda bene il volto serio e l’espressione composta di Peregrini, pronto a interrompere le risposte errate dei concorrenti con il suo celebre “no”. Non era un “no” qualunque: era un simbolo di rigore, precisione e rispetto delle regole. Senza mai alzare la voce, con uno sguardo fermo ma gentile, riusciva a incarnare la figura dell’arbitro imparziale, guadagnandosi un posto indelebile nell’immaginario collettivo degli italiani.
Il quiz che ha cambiato la TV italiana
Rischiatutto, condotto da Mike Bongiorno e trasmesso su Rai 1 tra il 1970 e il 1974, non fu solo un programma di intrattenimento: rappresentò una rivoluzione per la televisione italiana. Le sue regole, innovative per l’epoca, prevedevano domande suddivise per materie, un grande tabellone luminoso e la possibilità di raddoppiare la vincita nella fase finale. In questo contesto, il “Signor No” diventò parte integrante dello show, garantendo il rispetto del regolamento e aggiungendo un tocco di autorevolezza che contribuì al successo del format.
Un sodalizio professionale duraturo
Ludovico Peregrini non fu soltanto il volto severo di Rischiatutto. Laureato in Lettere, entrò in Rai grazie a un amico e mosse i primi passi nel programma Settevoci, condotto da Pippo Baudo. Fu proprio Mike Bongiorno a riconoscere il suo talento e a volerlo al suo fianco non solo come giudice, ma anche come autore in molti altri quiz di successo, tra cui Scommettiamo?, Flash, La ruota della fortuna, Superflash e persino Chi vuol essere milionario?.
Questo legame professionale, durato decenni, fu basato su fiducia reciproca e grande stima, e contribuì a costruire alcune delle pagine più memorabili della televisione italiana.
Il ritorno del “Signor No”
Nel 2016, a più di quarant’anni di distanza, Ludovico Peregrini tornò a vestire i panni del “Signor No” nel remake di Rischiatutto, condotto da Fabio Fazio su Rai 3. Per il pubblico fu come un salto indietro nel tempo: rivedere quell’espressione seria e ascoltare nuovamente quel “no” deciso riportò alla memoria l’epoca d’oro della TV, quando i quiz televisivi erano veri e propri eventi seguiti da milioni di spettatori.
Un uomo di cultura e curiosità
Chi lo ha conosciuto personalmente racconta di un uomo colto, curioso e sempre pronto al dialogo. Nonostante la fama, Peregrini mantenne uno stile di vita riservato, lontano dai riflettori quando non era necessario. La sua passione per la conoscenza andava ben oltre il lavoro: amava leggere, viaggiare e scoprire nuove storie. Secondo le parole della famiglia, una delle sue gioie più grandi era sapere di aver fatto compagnia a milioni di persone attraverso la televisione.
L’addio della famiglia
La famiglia di Ludovico Peregrini lo ha ricordato come una persona “piena di curiosità, leggerezza e disponibilità verso tutti”. Nella loro dichiarazione hanno espresso gratitudine per l’affetto ricevuto dai fan e per il privilegio di aver condiviso la vita con un uomo così speciale. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile, ma anche una grande eredità fatta di ricordi, valori e momenti televisivi che resteranno per sempre.
Il lutto del mondo dello spettacolo
Anche il mondo dello spettacolo ha voluto rendere omaggio a Peregrini. Colleghi e amici lo hanno descritto come un professionista impeccabile e un compagno di lavoro leale e cordiale. Fabio Fazio lo ha definito “un amico che mancherà profondamente”, sottolineando la sua capacità unica di unire rigore e umanità.
Un’eredità che resiste nel tempo
Il “Signor No” non era soltanto un personaggio televisivo: era un simbolo di correttezza e integrità. In un’epoca in cui la TV tendeva verso il sensazionalismo, Peregrini rappresentava un modello di sobrietà e rispetto. Il suo stile misurato, la sua precisione e la sua coerenza lo rendono ancora oggi un esempio per chi lavora nel mondo della comunicazione.
L’importanza culturale del suo ruolo
La figura di Ludovico Peregrini testimonia quanto anche un ruolo apparentemente secondario possa diventare centrale nella memoria collettiva. Il suo “no” non era solo la negazione di una risposta errata, ma un segnale di onestà intellettuale e di rispetto per le regole. Era il custode di un gioco equo, l’arbitro che garantiva che la competizione restasse leale e trasparente.