sabato, Luglio 26

“Yara mai uscita viva da lì”: Bossetti, nuove rivelazioni del legale

 

Camporini sottolinea come il materiale genetico su cui si fonda la condanna sia stato trattato in modo anomalo: “Si tratta di documentazione ‘stranamente’ non depositata agli atti processuali”, spiega il legale. È proprio questa la ragione per cui la Corte ha riconosciuto il carattere di “assoluta novità” dei documenti, permettendo una possibile riapertura del caso.

Tra i materiali ora accessibili figurano fotografie ad alta risoluzione realizzate dal RIS di Parma durante le analisi dei reperti, tracciati elettroferografici e dati relativi ai campioni di riferimento della vittima. Un patrimonio probatorio che, fino ad oggi, non è mai stato esaminato dalla difesa di Bossetti.

Bossetti condannato sulla base di un “mezzo Dna”?

Uno dei punti più controversi riguarda proprio la prova genetica che ha portato all’identificazione di “Ignoto 1”, poi attribuito a Bossetti. Camporini ribadisce che il Dna trovato sugli indumenti della vittima sarebbe incompleto, mancando della parte mitocondriale. “Una condizione che in natura non esiste”, dichiara con fermezza il legale, definendo la prova completamente inaffidabile.

Il Dna nucleare, da solo, non sarebbe stato sufficiente per ottenere una condanna definitiva, specialmente in assenza di altri indizi certi e individualizzanti. Camporini denuncia inoltre che i kit utilizzati per le analisi erano scaduti da oltre un anno e mai regolarizzati, un dettaglio tecnico che mette seriamente in discussione la validità scientifica dell’intera procedura.

Il mistero del centro sportivo: Yara non ne sarebbe mai uscita viva

Una delle dichiarazioni più forti rilasciate dall’avvocato Camporini riguarda l’ultima apparizione della giovane Yara Gambirasio. Secondo il legale, la 13enne non sarebbe mai uscita viva dal centro sportivo di Brembate di Sopra. “E non mi riferisco solo alla palestra, ma all’intero complesso”, precisa.

Questa ricostruzione alternativa è basata su diversi elementi agli atti dell’inchiesta. Innanzitutto, nessuno tra le numerose persone presenti quella sera avrebbe visto Yara lasciare il centro sportivo. Inoltre, nemmeno un testimone avrebbe segnalato il caricamento della ragazza su un veicolo. A rafforzare questa teoria, vi sarebbe anche il tipo di Dna trovato: per natura e caratteristiche, la traccia condurrebbe a un contesto diverso da quello finora delineato nei processi.

La nuova teoria: il delitto avvenne all’interno del centro sportivo

Secondo i legali di Bossetti, l’omicidio potrebbe essere avvenuto proprio all’interno della struttura sportiva e il corpo della ragazza sarebbe stato trasportato nel campo di Chignolo d’Isola solo poco prima del ritrovamento. Questo spiegherebbe alcune incongruenze emerse nel corso delle indagini.

In particolare, il genetista britannico Peter Gill – citato nei documenti processuali – avrebbe sollevato perplessità circa la compatibilità delle tracce biologiche con la dinamica dell’omicidio. Gill avrebbe infatti sostenuto l’impossibilità che sugli indumenti della vittima vi fosse solo Dna nucleare e non mitocondriale, ipotizzando che la traccia fosse stata depositata successivamente e non al momento dell’aggressione.

Un processo pieno di anomalie e contraddizioni

L’intero impianto accusatorio contro Bossetti appare ora, alla luce delle nuove verifiche, carico di contraddizioni. Lo stesso Camporini, membro dell’Osservatorio sull’errore giudiziario delle Camere Penali italiane, afferma senza esitazione: “Questo caso rappresenta un errore giudiziario emblematico”. A suo dire, la prova scientifica è stata trattata in modo scorretto, e il Dna – base dell’intera accusa – sarebbe stato mal interpretato e mal attribuito.

La speranza di una revisione del processo

Attualmente, la difesa è in attesa di poter esaminare tutto il materiale disponibile con i propri consulenti tecnici. Il passo successivo, chiarisce Camporini, sarà decidere se procedere ufficialmente con la richiesta di revisione del processo. “Dispiace non poter più disporre dei campioni di Dna, prima dichiarati esauriti e poi distrutti una volta che la sentenza è divenuta definitiva – nonostante il giudice dell’esecuzione ne avesse vietato la distruzione”, dichiara con rammarico.

La mancanza di quei campioni rende ancora più cruciale l’analisi del materiale rimasto, che sarà esaminato attentamente per verificare la possibilità di ottenere una perizia in contraddittorio.

Bossetti continua a proclamarsi innocente

Camporini ha recentemente incontrato Bossetti in carcere. L’ex muratore continua a professarsi innocente e spera che una nuova perizia genetica possa dimostrare la sua estraneità ai fatti. “Se si riuscisse ad avere una nuova analisi contraddittoria sul Dna – ha detto Bossetti al suo legale – si potrebbe finalmente dimostrare che quel profilo genetico non mi appartiene”.

Per ora, i legali procedono con cautela, seguendo le tappe stabilite dal sistema giudiziario. Ma la sensazione, sempre più diffusa anche tra gli osservatori esterni, è che la verità sull’omicidio di Yara Gambirasio potrebbe essere ancora lontana dall’essere definitivamente accertata.

Continua a leggere per scoprire maggiori dettagli.