sabato, Aprile 19

“Caso garlasco”: cambia tutto sulla perizia, cosa sta succedendo

Caso Garlasco, cambia tutto

Un caso ancora irrisolto dopo quasi due decenni

L’omicidio di Chiara Poggi è avvenuto nel pieno dell’estate del 2007 e ha sconvolto l’opinione pubblica italiana. Alberto Stasi, all’epoca fidanzato della giovane, è stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per il delitto, dopo un lungo iter giudiziario fatto di assoluzioni e condanne in appello.

Negli ultimi anni, però, nuove evidenze e richieste da parte della famiglia Poggi hanno spinto la magistratura a riaprire il fascicolo, con il sospetto che possano esserci altre responsabilità. L’attenzione investigativa si è spostata su Andrea Sempio, il quale non è mai stato formalmente indagato durante le prime fasi del procedimento ma il cui DNA sarebbe stato ritenuto meritevole di ulteriori verifiche.

 

Nuovo capitolo nell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, la giovane uccisa nella sua abitazione a Garlasco il 13 agosto 2007. A distanza di quasi 18 anni dai fatti, la giudice per le indagini preliminari di Pavia, Daniela Garlaschelli, ha accolto la richiesta della Procura e ha disposto la revoca dell’incarico al genetista forense Emiliano Giardina.

Al suo posto sono stati nominati due nuovi consulenti: si tratta della genetista Denise Albani e del tecnico della polizia scientifica Domenico Marchigiani.

La decisione arriva in un momento cruciale per la possibile riapertura del caso, che ha segnato profondamente la cronaca giudiziaria italiana. Il nuovo focus investigativo riguarda Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, la cui posizione è ora al centro delle indagini in corso.

Il nuovo team di esperti: Albani e Marchigiani al posto di Giardina

La nuova direzione delle indagini è stata affidata alla polizia scientifica. Il lavoro verrà coordinato da Domenico Marchigiani, sovrintendente tecnico, e dalla genetista Denise Albani, docente presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Sarà proprio Albani a prendere il posto lasciato vacante da Giardina, lo stesso direttore del laboratorio di genetica forense dello stesso ateneo romano.

L’udienza per il conferimento ufficiale degli incarichi ai due nuovi periti è fissata per venerdì 16 maggio presso il Tribunale di Pavia. I due professionisti saranno chiamati ad analizzare nuovamente i reperti biologici legati all’omicidio di Chiara Poggi, con particolare attenzione al materiale genetico rinvenuto sotto le unghie della vittima, confrontandolo con i profili genetici di Sempio e di altri soggetti che frequentavano abitualmente l’abitazione in via Pascoli.

Le motivazioni della revoca: l’intervista di Giardina a “Le Iene”

Il provvedimento di revoca dell’incarico a Giardina ha origini ben precise. Al centro della questione c’è un’intervista che il genetista rilasciò al programma televisivo “Le Iene” nel 2017. In quell’occasione, Giardina espresse pubblicamente il proprio parere sull’utilizzabilità giudiziaria dei tracciati elettroforetici, ovvero quei dati genetici che erano stati oggetto della relazione del perito Francesco De Stefano, nominato nel processo d’appello bis contro Alberto Stasi.

Secondo la Procura di Pavia, e successivamente anche secondo la gip Garlaschelli, quelle dichiarazioni pubbliche potrebbero minare la percezione di imparzialità del perito. Anche se la giudice riconosce a Giardina competenza, autorevolezza e correttezza professionale, ha ritenuto che l’intervista rischiasse di compromettere “l’apparenza di imparzialità”, un principio fondamentale per il corretto svolgimento di un’indagine così delicata.

Nel provvedimento si sottolinea l’importanza di garantire piena fiducia da parte di tutte le parti coinvolte, evidenziando che l’eventuale ombra di una parzialità potrebbe inficiarne la credibilità e la regolarità dell’intero procedimento.

Due nuovi periti scelti per la loro imparzialità

A sostituire Giardina ci saranno, dunque, due figure giudicate dalla magistratura come “di comprovata esperienza ed evidente imparzialità”. Denise Albani ha una solida esperienza accademica e forense, mentre Domenico Marchigiani vanta anni di lavoro nel settore tecnico-scientifico della Polizia di Stato.

I due specialisti avranno il compito di riesaminare i reperti genetici e confrontarli con il DNA di Andrea Sempio e delle altre persone che frequentavano la casa della vittima. L’obiettivo è quello di verificare eventuali compatibilità genetiche e dare una nuova chiave di lettura al caso Garlasco, che potrebbe conoscere sviluppi clamorosi.

Continua a leggere per scoprire maggiori dettagli.