I messaggi in chat e le contraddizioni nella testimonianza
Un altro aspetto rilevante messo in evidenza dai legali della difesa riguarda alcune discrepanze riscontrate tra la perizia tecnica ordinata dalla Procura e l’analisi del telefono cellulare utilizzato dal testimone. La difesa evidenzia che i dati analizzati dal loro consulente tecnico portano a conclusioni diverse da quelle presentate dal consulente nominato dal pubblico ministero.
In aggiunta ai video, nella memoria vengono riportati anche alcuni messaggi che il testimone avrebbe inviato a un amico tramite chat. In uno di questi si legge: “Domani vedrai la notizia… Eravamo al bar. Sentiamo un Tmax e una sirena, comincio a fare un video…”. Un altro messaggio riporta: “Fra, provano a rianimarlo, ha preso il palo a 150 all’ora”. In un terzo messaggio, ancora più significativo, si legge: “Fra, dalla cappa ho tirato fuori il cell e ho fatto i video, appena ho sentito il botto ho schiacciato il tasto per spegnere il cell e siamo andati lì correndo. Sinceramente non ne ho idea se abbiamo o meno ripreso, ma dopo ho iniziato a fare i video a tutto, quando erano per terra, dov’erano, cosa stavano facendo i carabinieri”.
Queste comunicazioni private sembrano supportare la tesi difensiva secondo cui il testimone non fosse presente al momento esatto dell’incidente, ma sia accorso successivamente sul posto.
Implicazioni legali e possibili conseguenze per l’inchiesta
La nuova documentazione presentata alla magistratura potrebbe avere un impatto significativo sull’esito delle indagini. Se quanto sostenuto dagli avvocati Apicella e Porciani dovesse essere confermato, le accuse a carico dei due militari rischierebbero di crollare. In particolare, l’ipotesi di depistaggio legata alla presunta richiesta di cancellazione dei video da parte dei carabinieri potrebbe venire meno, qualora si dimostrasse che quei video non contenevano in realtà alcuna prova rilevante.
Anche l’accusa di frode processuale potrebbe risultare infondata, nel caso in cui venisse accertato che i video non sono stati cancellati con l’intento di nascondere informazioni compromettenti, ma semplicemente perché non erano ritenuti utili o rilevanti.
Il contesto emotivo e mediatico attorno al caso
Il caso di Ramy Elgaml ha suscitato una forte eco nell’opinione pubblica, soprattutto per via delle circostanze drammatiche in cui è avvenuto l’incidente. Le immagini dei soccorsi, la giovane età della vittima e il coinvolgimento delle forze dell’ordine hanno generato un’ondata di indignazione e richieste di chiarezza da parte dei cittadini, dei media e delle associazioni per i diritti civili.
Tuttavia, alla luce delle nuove informazioni, emergono sfumature che potrebbero ribaltare la narrazione iniziale. Sarà compito della magistratura valutare con attenzione tutti gli elementi raccolti per stabilire cosa sia realmente accaduto quella notte.