venerdì, Agosto 22

“Chi deve andare al posto di Mattarella”: l’ex Premier lancia la bomba

Novantaquattro anni e una vita passata tra Bankitalia, Palazzo Chigi e la Farnesina: Lamberto Dini rompe il silenzio in un’intervista a Il Giornale e mette in fila le sue certezze. Sulla guerra: «Grazie all’intervento del presidente degli Stati Uniti si arriverà alla fine del conflitto. Non la chiamo pace, sarà un armistizio». Su Donald Trump: «Imprevedibile, cambia idea. Ma questa volta mi fido: senza di lui l’incontro diretto tra Zelensky e Putin sarebbe stato impensabile».

Ucraina, Russia e ruolo dell’Europa

Per Dini, l’Europa «sta giocando un ruolo» sostenendo militarmente ed economicamente Kiev, ma il timore di un attacco russo a un Paese NATO è «esagerato»: «Putin non attaccherà l’Alleanza». Sul presidente ucraino: «Zelensky chiede il cessate il fuoco perché non regge più il confronto militare. Deve accettare una trattativa sui confini: dire ai russi “ritiratevi” non ha senso. Senza appoggio americano, tra uno o due anni l’Ucraina non esisterà più». Obiettivo: «fine delle ostilità e garanzie di sicurezza per Kiev».

Italia, NATO e l’idea dell’articolo 5 “light”

Dini promuove Palazzo Chigi: «Meloni ha fatto la scelta giusta: Europa e NATO. Ha tenuto ottimi rapporti con gli USA e ha guadagnato credibilità». Poi il dossier più caldo: «L’idea di usare l’articolo 5 della NATO come garanzia per l’Ucraina, senza l’ingresso formale nell’Alleanza, è una proposta della Meloni ed è ora al centro della discussione internazionale». L’Italia resta «una media potenza», ma «può incidere con diplomazia e idee».

Economia italiana: prudenza e nodi strutturali

Sul fronte interno il giudizio è netto: «Il governo ha tenuto una linea prudente di finanza pubblica, contenendo i disavanzi. È un vantaggio rispetto ad altri Paesi». Bene anche il lavoro: «Creati 1,2 milioni di posti». Ma i salari? «Più bassi perché la produttività è più bassa». Il motivo, secondo Dini, è strutturale: «L’Italia non ha grandi imprese, soprattutto ad alta tecnologia: sono le piccole realtà a reggere il sistema, ma non hanno la forza di fare vera innovazione. Così la crescita resta debole». Vediamo chi potrebbe sostituire Mattarella secondo l’ex Premier.

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