domenica, Maggio 4

Cinema italiano in lutto, è morta: una vita passata insieme

Un legame che ha superato il tempo

Dopo la messa in scena della commedia, lo scrittore partì per la Sicilia con l’intenzione di restare lontano da Roma per circa un mese. Fu proprio durante quella pausa che Camilleri si rese conto dell’importanza che Rosetta aveva già assunto nella sua vita. Ogni giorno il pensiero tornava a lei, e ogni sera la sua immagine sorridente gli si affacciava alla mente.

Confidandosi con due amici d’infanzia, ammise il suo turbamento. Loro, senza esitazione, gli dissero: «Te ne sei innamorato». Una verità che Camilleri accolse con naturalezza e che confermò nei giorni successivi. Al suo ritorno nella capitale, la telefonò e la invitò a cena. Rosetta accettò. Da quella sera in poi, i due hanno cenato insieme per oltre sessant’anni.

Un amore costruito sul dialogo, il rispetto e la complicità

Il legame tra Andrea Camilleri e Rosetta Dello Siesto è stato un esempio raro di equilibrio, affetto e rispetto reciproco. In un’epoca in cui molte relazioni tendono a consumarsi velocemente, la loro unione ha saputo resistere al tempo, alle difficoltà e ai cambiamenti della vita, costruendo giorno dopo giorno una solida base fatta di amore e condivisione.

Rosetta è stata una figura discreta ma costante nella vita pubblica e privata di Camilleri. Non ha mai cercato la ribalta, pur essendo una presenza essenziale nel dietro le quinte della sua produzione letteraria. Era la prima a leggere i suoi scritti, a suggerire, a osservare e, forse, anche a criticare costruttivamente, contribuendo a formare lo stile e la voce narrativa dello scrittore.

Il dolore della perdita e l’eredità di un amore eterno

Con la morte di Rosetta Dello Siesto si chiude definitivamente un capitolo importante della vita di Andrea Camilleri, ma si apre anche la riflessione su un amore autentico, capace di ispirare e di resistere al passare del tempo. La loro storia è un esempio di dedizione reciproca, di crescita condivisa, di umanità profonda.

L’eredità che lascia Rosetta non è solo quella familiare – figli, nipoti e pronipoti – ma anche quella spirituale e affettiva. Ha saputo essere il pilastro silenzioso ma fondamentale della vita di uno dei più grandi autori italiani del Novecento e dei primi anni Duemila.

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