Secondo le prime indiscrezioni, Macron starebbe valutando diversi nomi per sostituire Bayrou. Si parla del socialista Pierre Moscovici, attuale presidente della Corte dei conti, o di Eric Lombard, ministro dell’Economia considerato vicino alla gauche ma capace di dialogare con il centrodestra. Non è esclusa neppure la carta di un esponente della destra moderata, come l’attuale Guardasigilli Gérald Darmanin.
Un Paese sull’orlo della crisi finanziaria
Il voto di sfiducia arriva in un momento drammatico per la Francia. Con un debito pubblico fuori controllo e uno spread in crescita, il rischio è che la crisi politica si intrecci con quella economica. Alcuni analisti americani parlano già di «Francia nuova Italia», con la possibilità che Parigi finisca addirittura sotto l’occhio del Fondo Monetario Internazionale. Un’ipotesi che scuote l’Europa intera, già provata da tensioni geopolitiche e incertezze economiche.
Il futuro dell’Eliseo
Resta da capire quale direzione sceglierà Macron. Il presidente ha più volte ribadito di non avere alcuna intenzione di dimettersi prima della fine del suo mandato nel 2027. Ma con l’opposizione in piazza e un Paese polarizzato, la sua leadership potrebbe presto essere messa in discussione. La domanda che tutti si pongono è semplice: riuscirà l’Eliseo a trovare un nuovo equilibrio o la Francia dovrà tornare alle urne in tempi brevi?