lunedì, Aprile 21

Come è morto Papa Francesco: “Il cuore ha ceduto dopo la crisi respiratoria”

Una situazione clinica compromessa

Il Pontefice, dimesso recentemente dal Policlinico Gemelli dopo un ricovero per complicazioni respiratorie, aveva mostrato segni evidenti di difficoltà: uso dell’ossigeno, affaticamento e debolezza visibile.

Secondo Micheletto, il Papa ha dimostrato grande resistenza: «I pazienti con BPCO hanno una mortalità post-ospedalizzazione del 20%». La sua morte, però, è arrivata per un evento improvviso e tipico di pazienti con patologie respiratorie croniche: un arresto cardiaco causato dalla mancata ossigenazione del cuore, già stressato dalle condizioni pregresse.

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“Una crisi respiratoria acuta può spegnere il cuore”

La spiegazione è netta: quando il corpo non riceve abbastanza ossigeno, il cuore è il primo organo a cedere. Questo meccanismo, purtroppo, è noto agli specialisti: «È una morte che arriva improvvisa, ma non è inattesa in pazienti così fragili», ha concluso Micheletto.

Il Pontefice era stato colpito in passato da gravi infezioni e aveva subito diversi interventi chirurgici, tra cui quello al colon e un ricovero per polmonite. Negli ultimi mesi era apparso più affaticato, ma aveva continuato la sua missione pastorale con determinazione, fino all’ultimo.

Oggi la medicina conferma ciò che il mondo intuisce con dolore: Papa Francesco ha lottato fino alla fine, ma il suo cuore non ha retto più.

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