L’ex Segretario di Stato Pietro Parolin è in testa con circa 50 voti, secondo quanto trapelato dalle prime murmurationes. Ma il quorum dei due terzi è ancora lontano. Il suo profilo istituzionale, il forte sostegno diplomatico e il recente endorsement del cardinale Re lo rendono il candidato più visibile, ma anche più divisivo per alcune correnti.
Si affacciano nuove figure: Erdo, Tagle e Pizzaballa
Se Parolin non dovesse ottenere l’elezione entro i prossimi quattro scrutini, la sua candidatura rischierebbe di indebolirsi a favore di nomi alternativi. Tra questi spiccano il cardinale ungherese Peter Erdo, il filippino Luis Antonio Tagle, molto amato in Asia, e il patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, figura di mediazione tra sensibilità opposte.
Una Chiesa divisa tra tradizione e riforma
Il clima tra i cardinali è segnato da profonde differenze teologiche e culturali: da una parte i fautori di una Chiesa aperta, sinodale e sociale, dall’altra chi rivendica il rispetto del magistero e della dottrina tradizionale. L’omelia del cardinale Re ha insistito sulla necessità di eleggere un Papa “che difenda la vita, la famiglia, i poveri e gli emarginati”.
San Pietro tra attesa e suggestione
La folla di oltre 45mila persone radunate in Piazza San Pietro ha atteso la fumata con lo sguardo verso il comignolo. Sui maxischermi, per la prima volta, è stato trasmesso anche l’Extra Omnes. I cardinali, in processione verso la Sistina, hanno mostrato volti tesi, consapevoli della portata storica del momento.
Oggi si vota di nuovo: quattro gli scrutini in programma
Il Conclave riprenderà con due votazioni al mattino e due al pomeriggio. Se nessun candidato raggiungerà il quorum, la partita potrebbe riaprirsi completamente. Intanto, inizia il lavoro dietro le quinte: colloqui informali, segnali, suggerimenti. È il momento dei king makers.
Una cosa è certa: l’Italia gioca oggi la sua ultima grande occasione per esprimere un Papa. Ma la strada resta in salita, e ogni minuto conta.