Il rumore e l’agitazione degli operatori, paradossalmente, avrebbero potuto spaventare ulteriormente il bambino, portandolo a nascondersi ancor più in profondità. Grazie a queste considerazioni, le direttive operative sono cambiate: non più solo ricerche sui sentieri battuti, ma attenzione massima a ogni anfratto, cunicolo e zona protetta.
Le direttive del prefetto e il cambio di strategia
Seguendo le indicazioni dello psicologo, il prefetto Romeo ha disposto una nuova mappatura dell’area, con controlli mirati nei punti suggeriti da Ravera. Le squadre hanno ispezionato con attenzione le zone sotto e sopra la statale, verso la collina e i pressi dell’autostrada.
La strategia si è rivelata vincente: Allen è stato ritrovato in una zona collinare isolata, sopra il supermercato Conad, a circa tre chilometri dal punto di scomparsa. Era provato ma vivo, con segni lievi di disidratazione, ma in condizioni generali buone.
Il ringraziamento delle autorità
Il prefetto ha espresso profonda gratitudine verso tutte le forze impegnate, ma ha sottolineato come l’intervento dello psicologo sia stato decisivo. Senza il suo supporto, le ricerche avrebbero potuto continuare ancora a lungo senza risultati.
Il caso di Allen ha dimostrato l’importanza della collaborazione tra competenze operative e psicologiche. Non si è trattato solo di uno sforzo fisico, ma anche di una lettura empatica e scientifica del comportamento umano, in un contesto di emergenza estrema.
Un messaggio più grande
La vicenda evidenzia quanto, nei casi che coinvolgono minori con disturbi specifici, sia fondamentale affidarsi a esperti del comportamento per non sprecare tempo prezioso. Il “vero eroe”, per molti, è stato proprio Roberto Ravera, lo psicologo che ha saputo guardare oltre ciò che era visibile.