domenica, Ottobre 26

Sigfrido Ranucci sulle querele dei politici: “Non voglio che le ritirino, ma…”

Ranucci ha poi espresso la sua posizione sullo stato della giustizia in Italia e sulla riforma in discussione promossa dal governo Meloni: «L’Associazione nazionale dei magistrati deve cominciare a ragionare in maniera meno correntizia, perché è un vizio politico quello delle correnti».

Nonostante le numerose querele ricevute – ben 220, come ha ricordato lui stesso – il conduttore ha ribadito la sua fiducia nel sistema giudiziario: «Ho grandissimo rispetto e grandissima fiducia nella magistratura come cittadino italiano, nonostante tutto. Dovrei essere quello più arrabbiato, ma credo ancora nella giustizia».

La legge sulle liti temerarie

Ranucci ha infine rilanciato la proposta di riformare la legge sulle liti temerarie, ovvero le querele presentate con intento intimidatorio verso i giornalisti: «Basterebbe approvare una legge più efficace, perché quella che c’è adesso non funziona granché».

Il conduttore di Report è da anni nel mirino di numerose figure politiche per le sue inchieste televisive, ma il recente attentato ha riacceso il dibattito sulla libertà di stampa in Italia e sui rischi che i giornalisti corrono quando indagano su temi sensibili.

Un messaggio di forza e trasparenza

Le parole di Ranucci risuonano come un messaggio di fermezza e coerenza: nessuna richiesta di protezione, ma la rivendicazione del diritto di raccontare la verità, anche a costo di pagare un prezzo personale. “Io voglio vincere sul campo”, ha ribadito. Una frase che, dopo l’attentato e le polemiche delle ultime settimane, suona come un manifesto per la libertà d’inchiesta.

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