lunedì, Maggio 12

“È grave”: Schlein, il durissimo attacco al governo

Nel mirino delle sue critiche, questa volta, finiscono le dichiarazioni del presidente del Senato, Ignazio La Russa, che secondo la leader dem avrebbe lanciato un appello all’astensione in occasione del referendum previsto per l’8 e 9 giugno. Un gesto che, secondo Schlein, non solo è preoccupante, ma rappresenta una pericolosa deviazione dai principi fondamentali della nostra democrazia.

Un attacco senza precedenti alla partecipazione democratica

Nel corso di un’intervista rilasciata mentre era in viaggio verso Perugia per partecipare a una manifestazione a sostegno del referendum, Schlein ha denunciato con forza quella che definisce una strategia consapevole del governo per sabotare la consultazione popolare. “Il comportamento di La Russa – ha dichiarato – è di una gravità assoluta. Non si tratta di un semplice esponente di partito, ma della seconda carica dello Stato, il presidente del Senato. Le sue parole non sono solo inappropriate: sono un attacco frontale alla Costituzione e ai valori democratici su cui si fonda il nostro ordinamento”.

Secondo la segretaria del PD, infatti, il voto rappresenta non solo un diritto sancito dalla Carta, ma anche un dovere civico a cui ogni cittadino è chiamato a rispondere con responsabilità. “Invitare a non votare – ha proseguito – significa minare alla base il patto democratico che unisce lo Stato ai suoi cittadini”.

Il ruolo della Rai nel presunto boicottaggio istituzionale

Schlein ha poi allargato il campo delle sue accuse, puntando il dito anche contro il servizio pubblico radiotelevisivo. “La Rai, ormai ridotta a un megafono del governo, si è resa complice di questo tentativo di boicottaggio, negando uno spazio adeguato al dibattito sul referendum”. Un’accusa pesante, che mette in discussione la neutralità e l’equilibrio dell’informazione pubblica.

La leader dem ha sottolineato come il silenzio della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rappresenti un ulteriore elemento inquietante. “Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa la premier – ha detto Schlein – e se condivide le parole del presidente del Senato. Il suo silenzio non può passare inosservato. I cittadini hanno diritto a sapere qual è la posizione del governo su un appuntamento così importante per la vita democratica del Paese”.

Una campagna referendaria sotto assedio

L’intervento di Schlein si inserisce in un clima sempre più teso attorno alla campagna referendaria. Le parole del presidente del Senato, che ha invitato apertamente i cittadini a non partecipare al voto, hanno suscitato polemiche in tutto l’arco parlamentare. Ma è soprattutto la segretaria del Partito Democratico a denunciare con più veemenza quella che definisce una “strategia scientifica di delegittimazione della partecipazione popolare”.

“Non è un caso isolato – afferma – ma un tassello di un disegno più ampio portato avanti da un governo che ha dimostrato più volte di non avere a cuore la partecipazione democratica. Dalla limitazione dei dibattiti pubblici alla gestione opaca della comunicazione istituzionale, assistiamo a un attacco sistematico al diritto dei cittadini di essere informati e di esprimersi liberamente attraverso il voto”.

Appello alla mobilitazione civile

In risposta a questo scenario, Elly Schlein lancia un appello chiaro e deciso alla cittadinanza. “Di fronte a chi vorrebbe svuotare le urne – afferma – dobbiamo rispondere con un’onda di partecipazione. Ogni voto è una voce che si alza contro l’arroganza di chi governa, contro chi pensa che i cittadini debbano essere spettatori passivi invece che protagonisti della vita democratica”.

La leader del PD invita quindi tutti i cittadini a non cedere all’indifferenza o al disincanto, ma a mobilitarsi in massa per difendere il diritto di voto e la dignità delle istituzioni. “La democrazia non si difende da sola – aggiunge – ha bisogno dell’impegno e del coraggio di ognuno di noi. Partecipare è l’unico modo per contrastare chi cerca di indebolire la nostra voce”.

La posta in gioco è la tenuta democratica

Le parole di Schlein evidenziano quanto sia alta la posta in gioco in vista del referendum. Non si tratta solo di decidere su un quesito specifico, ma di ribadire con forza l’importanza del coinvolgimento popolare nei processi decisionali. “Ogni volta che ci si allontana dalle urne – conclude – si lascia spazio a chi vuole decidere tutto da solo. Il voto è l’arma più potente che abbiamo per difendere la nostra libertà e la nostra Costituzione”.

Una sfida tra due visioni opposte della politica

Lo scontro tra Schlein e il governo Meloni si fa sempre più acceso e simbolico. Da un lato, una visione della politica partecipativa, inclusiva, fondata sull’ascolto e sul coinvolgimento dei cittadini; dall’altro, un modello verticistico, centralizzato, dove le decisioni vengono prese al vertice e calate dall’alto. Il referendum diventa così il terreno su cui si misura la forza delle due visioni contrapposte del potere e della democrazia.

In un momento storico caratterizzato da crescente disaffezione verso la politica, la battaglia per il diritto di voto assume un significato ancora più profondo. E l’appello di Schlein, al di là degli schieramenti politici, risuona come un richiamo a non dimenticare quanto sia prezioso il nostro ruolo di cittadini.

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