De Maria, perché era libero? I giudici: “Percorso impeccabile, impossibile prevedere la tragedia”

Secondo i magistrati, De Maria non aveva mai dato segni di squilibrio o comportamenti problematici. «Il provvedimento è stato assunto dopo un’istruttoria approfondita, con il contributo dell’amministrazione penitenziaria e delle forze dell’ordine», specifica la nota.

Il suo reinserimento sociale, spiegano, era monitorato e autorizzato secondo le procedure previste dalla legge, in particolare dall’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario.

La posizione del Tribunale: “Decisione conforme alla legge”

«Il provvedimento dell’Ufficio ha rispettato la normativa ordinaria», ribadiscono i giudici, esprimendo al contempo «profondo dolore per le vittime e vicinanza ai familiari». Restano aperti eventuali controlli ministeriali, ma per ora «il percorso giudiziario seguito è stato regolare e conforme alle regole».

Il programma trattamentale approvato dalla Casa di Reclusione di Bollate prevedeva l’ammissione al lavoro esterno in base al comportamento positivo del detenuto.

Chi era Emanuele De Maria e cosa dice la legge

De Maria, 35 anni, era stato condannato a 15 anni per l’omicidio della 23enne Oumaima Racheb, accoltellata in un hotel di Castel Volturno nel 2016. Dopo la fuga all’estero, era stato arrestato nel 2018. Il 30 novembre 2021 era stato trasferito nel carcere di Bollate, riservato ai detenuti ritenuti a bassa pericolosità.

Il 22 maggio 2023 aveva ottenuto il permesso di lavoro. Secondo l’articolo 21 della legge penitenziaria, l’ammissione è possibile solo in assenza di pericolo concreto di fuga o di recidiva. Ma venerdì scorso, durante il turno in hotel, De Maria ha accoltellato due colleghi: Chamila, uccisa sul colpo, e Hani Fouad Abdelghaffar Nasra, rimasto ferito. Poi si è tolto la vita lanciandosi dal Duomo di Milano.

Una tragedia che solleva domande

L’intera vicenda ha aperto un acceso dibattito sull’efficacia e sui limiti del sistema di sorveglianza e reinserimento dei detenuti. I giudici parlano di “percorso impeccabile”. Ma per la famiglia della vittima e l’opinione pubblica resta una domanda: era davvero impossibile prevedere tutto questo?