sabato, Aprile 19

Fenminicidio Giulia Cecchettin, la sorella rompe il silenzio sulla sentenza 

Fenminicidio Giulia Cecchettin, la sorella rompe il silenzio sulla sentenza

Elena Cecchettin rompe il silenzio:

All’indomani della pubblicazione delle motivazioni della sentenza che ha condannato Filippo Turetta all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin, arriva la reazione pubblica e carica di dolore della sorella Elena.

Con un messaggio condiviso tramite una storia su Instagram, Elena esprime tutta la sua amarezza per quanto emerso dalla decisione della Corte. In particolare, contesta con forza la mancata applicazione dell’aggravante della crudeltà, nonostante il numero scioccante di coltellate inferte a Giulia: ben 75.

“Una sentenza che fa paura”

Nel suo sfogo, Elena non si limita a una semplice delusione, ma lancia un grido d’allarme. Le sue parole non sono solo il riflesso di un dolore personale, ma anche una denuncia lucida e consapevole delle implicazioni sociali e giuridiche di una decisione che rischia, secondo lei, di indebolire la lotta contro la violenza di genere.

«Una sentenza come questa, con motivazioni di questo tipo, è pericolosa», scrive Elena. «In un periodo storico in cui si continua a parlare di femminicidi e di emergenza sociale, un verdetto del genere non è solo una scelta giuridica, ma rappresenta un precedente terrificante per la giustizia italiana.»

L’importanza delle aggravanti

Il nodo centrale del discorso di Elena riguarda il mancato riconoscimento dell’aggravante della crudeltà. Per lei, è un’assenza grave, ingiustificabile, soprattutto alla luce delle modalità brutali con cui è stata tolta la vita a sua sorella. Settantacinque coltellate non possono, a suo avviso, essere considerate altro che un’espressione di violenza disumana e reiterata.

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