giovedì, Dicembre 4

Francesca Albanese, l’Onu prende le distanze: «I giornalisti non devono mai subire violenze»

Alcuni osservatori avevano chiesto addirittura il licenziamento della relatrice italiana. Una soluzione esclusa dall’Onu, ma che non attenua l’impatto politico della vicenda.

La reazione in Italia: Prodi attacca Albanese (e Bologna)

Il caso non è rimasto confinato a New York. In Italia le polemiche sono riesplose con forza, soprattutto dopo che il Comune di Bologna – amministrato dal centrosinistra – aveva deciso mesi fa di conferire ad Albanese la cittadinanza onoraria, mai consegnata ufficialmente proprio a causa delle controversie.

Questa volta è intervenuto anche Romano Prodi, che ha criticato sia Albanese sia la scelta del Comune: «Perseverare è diabolico. Albanese persevera, il Comune di Bologna non faccia altrettanto», ha dichiarato, un giudizio netto che ha avuto grande eco.

Non si è fatta attendere la replica del sindaco Matteo Lepore: «I consigli sono importanti, ma occorre rispettare le assemblee elette dai cittadini». Il primo cittadino ricorda che il Consiglio comunale «sta portando avanti il suo percorso», e che l’eventuale revoca dell’onorificenza è in discussione nelle sedi istituzionali competenti.

Cittadinanza onoraria, revoca possibile

Nelle ultime settimane il centrodestra – con l’appoggio di una parte del centrosinistra – ha iniziato a lavorare concretamente a un atto per revocare la cittadinanza onoraria alla relatrice Onu. L’assenza di una cerimonia ufficiale di consegna, unita alle polemiche ricorrenti e alle prese di posizione controverse, ha reso il dossier particolarmente delicato.

Il caso Albanese dunque prosegue tra tensioni diplomatiche, fratture interne e dibattito pubblico polarizzato. E l’intervento dell’Onu segna per molti osservatori una svolta nella percezione internazionale della figura della relatrice italiana.

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