Alcuni osservatori avevano chiesto addirittura il licenziamento della relatrice italiana. Una soluzione esclusa dall’Onu, ma che non attenua l’impatto politico della vicenda.
La reazione in Italia: Prodi attacca Albanese (e Bologna)
Il caso non è rimasto confinato a New York. In Italia le polemiche sono riesplose con forza, soprattutto dopo che il Comune di Bologna – amministrato dal centrosinistra – aveva deciso mesi fa di conferire ad Albanese la cittadinanza onoraria, mai consegnata ufficialmente proprio a causa delle controversie.
Questa volta è intervenuto anche Romano Prodi, che ha criticato sia Albanese sia la scelta del Comune: «Perseverare è diabolico. Albanese persevera, il Comune di Bologna non faccia altrettanto», ha dichiarato, un giudizio netto che ha avuto grande eco.
Non si è fatta attendere la replica del sindaco Matteo Lepore: «I consigli sono importanti, ma occorre rispettare le assemblee elette dai cittadini». Il primo cittadino ricorda che il Consiglio comunale «sta portando avanti il suo percorso», e che l’eventuale revoca dell’onorificenza è in discussione nelle sedi istituzionali competenti.
Cittadinanza onoraria, revoca possibile
Nelle ultime settimane il centrodestra – con l’appoggio di una parte del centrosinistra – ha iniziato a lavorare concretamente a un atto per revocare la cittadinanza onoraria alla relatrice Onu. L’assenza di una cerimonia ufficiale di consegna, unita alle polemiche ricorrenti e alle prese di posizione controverse, ha reso il dossier particolarmente delicato.
Il caso Albanese dunque prosegue tra tensioni diplomatiche, fratture interne e dibattito pubblico polarizzato. E l’intervento dell’Onu segna per molti osservatori una svolta nella percezione internazionale della figura della relatrice italiana.



















