Stefano Zurlo
, giornalista de Il Giornale, ha sollevato dubbi sul momento esatto in cui Stasi avrebbe consumato l’Estathè: “Non risulta che Stasi avesse mai parlato di averlo bevuto. Aveva menzionato solo una birra la sera prima”, ha sottolineato, aggiungendo che “nessuno potrà stabilire con certezza quando Stasi lo abbia bevuto”.
Bruzzone ha commentato che “è significativo che ci sia il suo DNA e solo il suo sull’Estathè. Peraltro è una cannuccia, quindi credo che non ci possano essere interpretazioni alternative”. La criminologa ha poi evidenziato una possibile incoerenza temporale: “Curioso che questa storia che lui fosse un bevitore appassionato di Estathè salti fuori solo ora, quando fino a tre giorni fa la narrativa dominante era che chi aveva bevuto Estathè e mangiato Fruttolo fosse l’assassino”.
La difesa smonta le certezze dell’accusa?
Le considerazioni espresse durante Ore 14 mettono in luce un quadro più complesso rispetto a quello finora raccontato. Se da un lato la Procura di Pavia insiste sulla colpevolezza di Sempio in base all’impronta e alle tracce, dall’altro emergono perplessità tecniche e temporali che potrebbero indebolire la ricostruzione dell’accusa.
Intanto, prosegue l’incidente probatorio, che potrebbe riscrivere ancora una volta la storia del delitto di Garlasco, a 18 anni di distanza dalla morte di Chiara Poggi. La comunità e l’opinione pubblica attendono risposte definitive su un caso che continua a far discutere e a sorprendere.