Garlasco, nuovi sviluppi sull’omicidio di Chiara Poggi: una ricostruzione rivoluzionaria
Un nuovo tassello nella complessa vicenda dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, potrebbe cambiare radicalmente la narrazione finora accettata.
Dopo anni di silenzio e sentenze definitive, la Procura di Pavia ha deciso di riaprire il caso sulla base di nuovi elementi investigativi, in particolare grazie a una traccia di sangue rinvenuta su un oggetto apparentemente marginale: la cornetta del telefono presente nell’abitazione della vittima.
Una traccia di sangue dimenticata diventa centrale
La scoperta chiave riguarda una piccola traccia ematica identificata già durante le prime fasi dell’indagine, ma mai realmente contestualizzata. Si trovava sulla cornetta del telefono fisso della casa di Chiara. Oggi, alla luce delle nuove analisi e di un approfondito riesame delle prove, quel dettaglio torna al centro dell’attenzione degli inquirenti. Secondo le ultime indagini, questa traccia potrebbe indicare che Chiara abbia tentato di chiamare aiuto subito dopo aver aperto la porta a uno o più individui.
Contrariamente a quanto affermato nella sentenza di condanna di Alberto Stasi, la nuova ipotesi è che l’aggressione sia iniziata non all’ingresso, ma proprio nei pressi del telefono. Questo suggerirebbe che Chiara, dopo aver disattivato l’allarme e accolto qualcuno in casa, si sia spaventata a tal punto da cercare soccorso.
Una nuova dinamica del delitto: non un solo colpevole
Le indagini più recenti mettono in dubbio l’ipotesi che Chiara Poggi sia stata sorpresa da una persona a lei cara, come l’allora fidanzato Alberto Stasi. Al contrario, la nuova pista suggerisce che almeno tre persone potrebbero aver preso parte all’aggressione. Il procuratore Fabio Napoleone sostiene l’esistenza di più aggressori, e le prove sembrerebbero confermarlo.