giovedì, Luglio 3

Garlasco, svolta sul caso Chiara Poggi: i legali smentiscono l’impronta di Andrea Sempio

Il punto centrale delle indagini: il DNA sotto le unghie

Il caso Garlasco continua a svilupparsi attorno a uno dei reperti più discussi: i profili genetici rilevati sui margini ungueali di Chiara Poggi. Si tratta di due profili, uno dei quali ipotizzato come attribuibile ad Andrea Sempio e l’altro definito “ignoto 2”. Per la Procura di Pavia, si tratta del fulcro probatorio dell’intera riapertura delle indagini.

Gli esami eseguiti su oltre 60 impronte e sui reperti della spazzatura raccolti nella villetta di Garlasco il 13 agosto di 18 anni fa, finora non hanno fornito elementi utili in senso accusatorio. Anzi, per alcuni aspetti, le analisi sembrano andare nella direzione favorevole alla posizione di Sempio, già indagato nel 2017 e nuovamente al centro dell’inchiesta.

Verso il nuovo round di analisi: occhi puntati sull’udienza del 4 luglio

Nel terzo round del maxi incidente probatorio, fissato per il 4 luglio 2025, i periti della giudice Daniela Garlaschelli potrebbero indicare alle parti le modalità e i tempi per la lettura tecnica dei tracciati relativi ai profili DNA trovati sulle unghie. Gli esperti, guidati dalla genetista Denise Albani, dovranno stabilire se quei profili sono oggi utilizzabili per un confronto scientifico.

Nel frattempo, su oltre 30 fogli di acetato analizzati, non è stato possibile estrarre DNA. Solo su uno di essi è stata rinvenuta una traccia compatibile con saliva, ma anche in questo caso la probabilità di estrazione genetica è minima. Nuove analisi saranno effettuate anche su tre tamponi di Chiara, tra cui uno mai analizzato prima.

Ulteriori analisi su sangue e capelli

Accertamenti supplementari verranno condotti anche su tracce ematiche tra le oltre 100 repertate. In particolare, due o tre di queste, considerate non significative all’epoca, saranno rivalutate. Le indagini si concentrano anche su frammenti del tappetino del bagno, dove l’assassino avrebbe lasciato impronte di sangue. Uno dei frammenti contiene DNA di Chiara, un altro non ha dato esiti.

Infine, si analizzerà anche un frammento di capello o pelo trovato nei rifiuti domestici. Nessun nuovo esame, invece, è previsto sul cucchiaino già repertato e sul quale era presente solo il profilo di Chiara.

L’impronta 33 e il comunicato dei legali della famiglia Poggi

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