Nel pieno dello scontro giudiziario, emerge anche un nuovo comunicato degli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, legali dei familiari di Chiara Poggi. Al centro, l’ormai nota impronta palmare numero 33, trovata sul terzo gradino delle scale dove fu rinvenuto il corpo di Chiara.
Secondo la loro perizia tecnica, l’impronta non è attribuibile ad Andrea Sempio e risulta estranea alla dinamica dell’omicidio. Hanno quindi richiesto un incidente probatorio formale per chiarire in modo definitivo la questione.
“Alla luce del comunicato della Procura di Pavia del 21 maggio e delle immagini diffuse dal TG1, abbiamo chiesto un approfondimento tecnico e messo a disposizione della Procura il contributo dei nostri consulenti”, scrivono.
Conflitti su eventuali tracce ematiche
Il comunicato fa riferimento anche a ipotesi diffuse da alcuni media secondo cui l’impronta 33 potesse contenere tracce di sangue. Una possibilità già esclusa dal test eseguito dal RIS di Parma. Tuttavia, una richiesta dei legali dei Poggi per ulteriori accertamenti in contraddittorio è stata rigettata dal Pubblico Ministero, che intende valutare i dati autonomamente al termine delle indagini.
“Ci saremmo augurati che un dato probatorio tanto importante fosse discusso subito nell’ambito dell’attuale incidente probatorio”, affermano i legali, ricordando che l’udienza è fissata per il 24 ottobre 2025.
La ricostruzione 3D della scena del delitto
Parallelamente, i carabinieri del RIS di Cagliari stanno lavorando a una ricostruzione tridimensionale della scena del crimine, con l’ausilio di laser e droni. L’obiettivo è riesaminare ogni impronta, ogni traccia — comprese quelle già note sui muri e le scale della cantina, dove venne trovato il corpo.
L’intera operazione serve a confrontare la ricostruzione storica con ipotesi alternative che potrebbero emergere sulla base dei nuovi elementi scientifici. Per il momento, resta confermata la condanna definitiva a Alberto Stasi, che potrebbe uscire dal carcere nei prossimi mesi per affidamento in prova.