Nonostante le polemiche, la cerimonia si è svolta regolarmente a Roma. A consegnare il riconoscimento, l’ambasciatore israeliano Jonathan Peled, che ha elogiato Salvini per «posizioni coraggiose e coerenti» e per «aver rafforzato il legame strategico tra Italia e Israele». Dopo aver ricevuto il premio, Salvini ha replicato: «Sono onorato. È facile essere amici quando hai tutti dalla tua parte, più difficile esserlo quando soffiano venti contrari».
Il vicepremier: «Stop alle vittime civili, ma Hamas è terrorismo»
Nel suo discorso, il leader della Lega ha sottolineato: «Voglio la pace, non oggi ma ieri. Ma non possiamo mettere sullo stesso piano una democrazia e una realtà terroristica che vuole cancellare Israele». Poi l’affondo: «Dire che Israele se l’è cercata è intollerabile. È antisemitismo puro e mi ripugna».
L’Italia, che ieri ha firmato insieme ad altri 21 Paesi Ue un documento per il cessate il fuoco immediato e la protezione dei civili a Gaza, si trova ora al centro di un paradosso politico: da un lato la linea diplomatica, dall’altro la scelta di premiare un leader che non ha mai nascosto la sua vicinanza allo Stato di Israele. Una contraddizione che Pd, M5s e Avs promettono di portare avanti nelle prossime settimane con interrogazioni e mozioni parlamentari.