Le parole di Jacobs dopo la gara
Subito dopo la semifinale, Jacobs si è presentato ai microfoni con un volto segnato dalla delusione. “Non mi sono piaciuto, ero pesante, ho sbagliato dal primo all’ultimo passo” – ha dichiarato, ammettendo senza giri di parole le sue difficoltà. L’obiettivo dichiarato era la qualificazione alla finale, ma la prestazione non è stata sufficiente per raggiungerlo.
Il campione azzurro ha mostrato grande autocritica, segnale che è consapevole della situazione e della necessità di trovare una soluzione. Le sue parole lasciano però trasparire anche un certo scoraggiamento, figlio delle tante fatiche di un’annata che non decolla.
L’ombra sul futuro: riuscirà Jacobs a tornare ai vertici?
La domanda che molti si pongono ora è quale sarà il futuro di Marcell Jacobs. Il talento e le qualità non si discutono: quando è in condizione, ha dimostrato di poter battere chiunque. Tuttavia, il livello del panorama internazionale è altissimo, e restare indietro anche di pochi centesimi significa uscire dalle competizioni che contano.
Per tornare competitivo servirà innanzitutto recuperare stabilità fisica, evitando infortuni che interrompano la preparazione. Ma non basta: sarà necessario anche un lavoro mentale, per ritrovare quella determinazione e quella sicurezza che lo avevano reso imbattibile nell’estate magica di Tokyo.
Jacobs resta un punto di riferimento per l’atletica italiana
Nonostante la delusione, Jacobs resta il simbolo dell’atletica italiana moderna. La sua vittoria olimpica rimane un capitolo storico dello sport azzurro, e il suo nome continuerà a rappresentare un punto di riferimento per giovani velocisti e appassionati.
Il suo percorso non è finito: a 29 anni, il campione ha ancora la possibilità di scrivere nuove pagine importanti, a patto di riuscire a programmare al meglio la prossima stagione. Gli appuntamenti non mancheranno, dalle competizioni europee fino alla preparazione per le Olimpiadi di Parigi 2024.
Un campanello d’allarme, ma non una resa
L’eliminazione in semifinale ai Mondiali non è certo il traguardo che Jacobs e il suo staff si auguravano. È però anche un campanello d’allarme che può diventare uno stimolo per ricostruire. Da atleta di livello mondiale, Jacobs sa che le cadute fanno parte del percorso e che la vera grandezza si misura nella capacità di rialzarsi.
Il tempo per rimettersi in carreggiata c’è. Servirà una programmazione attenta, una gestione migliore della preparazione e soprattutto la capacità di gareggiare con continuità. Solo così potrà ritrovare quel feeling con la pista che oggi sembra smarrito.