La pistola, ritrovata vicino ai cadaveri, sarebbe la stessa utilizzata per la carneficina.
I figli uccisi nel luogo di lavoro
Il bilancio delle vittime si è ulteriormente aggravato quando gli agenti, seguendo la pista del sospetto, hanno perquisito l’attività commerciale che l’uomo gestiva a St. Johann. Qui la scena è stata nuovamente drammatica: i due figli del 63enne, di 27 e 29 anni, giacevano a terra, entrambi colpiti da colpi d’arma da fuoco.
La cronologia degli omicidi suggerisce che l’uomo abbia agito con una metodicità spietata, spostandosi tra diversi luoghi per uccidere uno dopo l’altro i membri della sua famiglia.
Le conclusioni preliminari degli investigatori
La Procura di Tübingen e la polizia di Esslingen hanno diffuso una nota congiunta: il 63enne è considerato a tutti gli effetti l’unico responsabile della strage, senza elementi che facciano pensare al coinvolgimento di terzi.
Resta però un nodo fondamentale: il movente. Al momento non ci sono indicazioni chiare su cosa possa aver spinto l’uomo a compiere un atto così estremo. Gli investigatori stanno ricostruendo ogni dettaglio, dall’ordine degli omicidi alle eventuali tensioni familiari precedenti.
Una comunità devastata
La strage ha lasciato sotto shock l’intera area del Baden-Württemberg. I media tedeschi parlano di una tragedia “inspiegabile” e “devastante”, mentre la polizia continua a indagare sul porto d’armi dell’uomo e sulla sua stabilità mentale.
In attesa di risposte, la comunità piange una delle stragi familiari più brutali degli ultimi anni in Germania.

















