sabato, Luglio 26

Olimpiadi, il piano segreto di Salvini bloccato dal Quirinale

Il segnale è arrivato attraverso il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che ha trasmesso a Palazzo Chigi la posizione del Quirinale. Nonostante un tentativo di modifica del testo, limitando la proroga alle sole opere “strettamente connesse ai Giochi”, la pressione istituzionale ha imposto il ritiro dell’emendamento. Un passo indietro che ha evitato un possibile conflitto istituzionale, ma che apre un fronte politico delicato per il governo.

Caos alla Camera e maggioranza in difficoltà

Il ritiro dell’emendamento non è stato l’unico colpo per la maggioranza. In Aula, sul decreto Sport, il governo non è riuscito nemmeno a garantire il numero legale, con sette deputati assenti e una seduta sospesa tra polemiche e accuse incrociate. Una figuraccia che ha costretto Giorgia Meloni a convocare d’urgenza i vertici della coalizione per fare il punto sulla situazione.

Il caso dei fondi per le vittime di mafia

Il decreto Sport nascondeva anche un altro tema controverso: lo spostamento di 43 milioni di euro dal fondo destinato alle vittime di mafia, usura e femminicidio per coprire le spese di sicurezza delle Olimpiadi. Una scelta giustificata dal governo come utilizzo temporaneo di fondi non spesi, ma che ha sollevato critiche durissime dalle opposizioni e nuove riserve da parte del Colle.

Scontro anche sul tennis e sull’America’s Cup

Il clima di tensione si riflette su altri fronti legati allo sport. Il governo ha tentato di ridisegnare la governance delle Atp Finals, introducendo due membri di Sport e Salute nel comitato organizzatore. Dopo un braccio di ferro, Forza Italia ha imposto un compromesso: la Federazione potrà dire no, ma perderà i contributi pubblici. Intanto, esplode la polemica per l’esclusione della Regione Campania dall’organizzazione dell’America’s Cup 2027, decisione che ha inasprito i rapporti tra il governo e il presidente Vincenzo De Luca.

Meloni sotto pressione

Il caso Olimpiadi diventa così il simbolo di una fase complicata per la coalizione di governo, segnata da divisioni interne e attacchi incrociati. Il Codice dello Spettacolo è passato al Senato con appena nove voti di scarto, tra le assenze di molti parlamentari di Fratelli d’Italia che hanno fatto infuriare il ministro Ciriani. L’impressione è che la gestione delle grandi opere sportive sia diventata terreno di scontro e di potere, in una maggioranza che fatica a mantenere la coesione.

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