venerdì, Luglio 25

Migliaia di persone in strada contro Zelensky: cosa sta succedendo

Questa legge rappresenta un cambiamento radicale nell’equilibrio dei poteri in materia di giustizia e trasparenza, concedendo al Procuratore Generale ampi poteri di intervento nelle indagini condotte dal NABU (Ufficio Nazionale Anticorruzione) e dal SAPO (Ufficio del Procuratore Specializzato Anticorruzione).

Una minaccia all’indipendenza degli organi anticorruzione

Il disegno di legge ha sollevato forti critiche in quanto consente al Procuratore Generale di interferire direttamente nelle attività investigative. Tra le sue prerogative ci sarebbero la possibilità di emettere direttive vincolanti, archiviare fascicoli a sua discrezione e intervenire nei casi giudiziari su richiesta della difesa.

Secondo diversi analisti e rappresentanti della società civile, si tratta di un duro colpo all’indipendenza del sistema giudiziario ucraino, già messo a dura prova da anni di instabilità e corruzione diffusa. La normativa rischia di compromettere i progressi ottenuti finora nella lotta alla corruzione, una delle principali condizioni poste dall’Unione Europea per l’adesione dell’Ucraina.

Il malcontento si diffonde tra la popolazione

Le proteste hanno preso piede rapidamente grazie anche alla diffusione di video e testimonianze sui social network, in particolare su Telegram, dove sono apparse immagini di grandi folle riunite in piazza. I manifestanti denunciano quella che definiscono una “retrocessione democratica” e un vero e proprio tradimento da parte del presidente Zelensky, che fino a poco tempo fa era considerato un paladino dell’antiriciclaggio e della trasparenza

I cortei si sono svolti pacificamente, ma con una forte partecipazione. Numerosi cartelli e striscioni esprimevano rabbia e frustrazione nei confronti di un provvedimento ritenuto ingiustificabile, soprattutto in un momento storico così delicato per il Paese, ancora impegnato nella guerra contro l’invasione russa

Le parole dure della deputata Anastasia Radina

Una delle voci più autorevoli che si sono levate contro la nuova legge è quella di Anastasia Radina, parlamentare del partito di maggioranza “Servitore del Popolo” e presidente della Commissione parlamentare per le politiche anticorruzione. Radina ha criticato duramente il provvedimento, definendolo un passo indietro per la democrazia ucraina e per l’integrazione Europea

“La nostra appartenenza all’Unione Europea si basa anche sul rispetto di istituzioni trasparenti e indipendenti”, ha dichiarato la deputata. Secondo Radina, affidare un così ampio potere al Procuratore Generale mette a rischio l’autonomia degli organismi di controllo e indebolisce la credibilità internazionale dell’Ucraina

L’appello inascoltato del direttore del NABU

Anche il direttore del NABU, Semen Kryvonos, ha espresso forte preoccupazione per la nuova normativa. Nei giorni precedenti alla firma, aveva rivolto un appello pubblico a Zelensky affinché ponesse il veto alla legge. Tuttavia, la sua richiesta è rimasta senza risposta.

Dopo l’approvazione definitiva, Kryvonos ha rilasciato dichiarazioni allarmanti: “Le nostre agenzie anticorruzione sono ora completamente dipendenti e non possono più operare in modo efficace”, ha affermato. Le sue parole hanno fatto eco a quelle di molti attivisti e rappresentanti della società civile che temono una regressione nei meccanismi di controllo e trasparenza.

Reazioni internazionali e timori per l’adesione europea

La decisione di Zelensky ha destato preoccupazione anche tra i partner occidentali dell’Ucraina, in particolare tra i funzionari dell’Unione Europea. La Commissione Europea ha sempre sottolineato come l’indipendenza delle agenzie anticorruzione sia un prerequisito fondamentale per avviare i negoziati di adesione.

In un momento storico in cui Kiev sta cercando di rafforzare i propri legami con Bruxelles, la firma di una legge simile rischia di compromettere anni di sforzi diplomatici e riformatori. L’Ucraina, infatti, conta sul sostegno economico, politico e militare dell’UE nella sua resistenza contro l’aggressione russa. Tuttavia, la credibilità è un asset fondamentale che potrebbe essere messo in discussione da scelte come questa.

Una scelta che può costare caro a Zelensky

Il presidente Zelensky, eletto con un programma fortemente incentrato sulla lotta alla corruzione, rischia ora di perdere il sostegno di una parte significativa dell’opinione pubblica. La sua immagine, costruita come simbolo della rinascita democratica e della trasparenza, potrebbe subire un duro colpo.

Molti analisti sostengono che questa vicenda rappresenti un punto di svolta per la presidenza Zelensky. Se da un lato continua a godere di ampio sostegno per la gestione del conflitto con la Russia, dall’altro la fiducia nei suoi intenti riformatori potrebbe essere seriamente compromessa.

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