Nessun diritto sull’eredità, ma tanta amarezza
Sul piano legale, Ricciarelli non ha mai messo in discussione l’assenza del suo nome tra gli eredi. Il divorzio, infatti, scioglie il vincolo matrimoniale e interrompe ogni diritto successorio. «Naturalmente non ne avevo diritto», ha spiegato. Tuttavia, ciò che l’ha colpita profondamente è stata la sensazione di essere stata tenuta ai margini, soprattutto negli ultimi istanti della vita di Baudo.
«Non avrei mai immaginato che mi fosse preclusa la possibilità di salutarlo per un’ultima volta», ha raccontato con commozione. La notizia della morte di Baudo, avvenuta il 16 agosto, le è arrivata tramite messaggi di condoglianze da amici e colleghi, e non attraverso un contatto diretto da parte delle persone che gli erano più vicine.
L’eredità da 10 milioni e il ruolo della segretaria.
Il patrimonio di Pippo Baudo è stato stimato attorno ai 10 milioni di euro. Nel testamento, la cifra è stata suddivisa tra i due figli, Tiziana e Alessandro, e la segretaria Dina Minna. È proprio quest’ultima la figura più discussa, perché la sua presenza tra gli eredi ha acceso il dibattito.
Secondo Ricciarelli, la segretaria avrebbe avuto negli ultimi anni un ruolo quasi esclusivo nella vita del presentatore, fino a diventare una sorta di “guardiana” dei suoi rapporti. «Molti amici comuni si lamentavano con me perché non riuscivano più a mettersi in contatto con lui», ha dichiarato.
Dal punto di vista della cantante lirica, non sarebbe stato giusto che una collaboratrice fosse equiparata ai figli di sangue: «Che la segretaria abbia accesso alla stessa frazione di eredità dei figli Tiziana e Alessandro non mi sembra giusto. Non mi risulta che per lei Pippo fosse come un padre: e allora i figli veri cosa dovrebbero dire?».
L’indipendenza economica di Katia Ricciarelli
Durante lo sfogo, la soprano ha ribadito con forza di non aver mai vissuto all’ombra economica dell’ex marito. Ha ricordato che già al momento del matrimonio avevano scelto la separazione dei beni e che, dopo il divorzio, non aveva mai percepito assegni di mantenimento.
«Ho sempre preferito avere un’indipendenza economica: lavoro da una vita e non ho bisogno di nulla», ha dichiarato. Poi, con un pizzico di ironia amara, ha aggiunto: «Se tutte le segretarie sono trattate così, forse ho sbagliato mestiere».
L’ultimo incontro e il rimpianto
Uno dei momenti più toccanti del racconto di Ricciarelli riguarda l’ultimo incontro con Baudo. Risale al 2019, all’Arena di Verona. Un abbraccio silenzioso, senza parole, che per lei è diventato un ricordo prezioso. «Con lui c’era anche lei», ha specificato, riferendosi ancora una volta alla segretaria.
Il dolore più grande, però, resta quello di non aver potuto dargli un ultimo saluto. Alla camera ardente, dove ha incontrato Dina Minna, la soprano ha confessato di averle detto soltanto: «Mi aspettavo una telefonata». Una frase che racchiude tutto il rimprovero e la delusione accumulata. La risposta? Nessuna.
Un’eredità che va oltre il denaro
Questa vicenda dimostra come le questioni ereditarie non si riducano mai soltanto a numeri e patrimoni. Nel caso di Pippo Baudo, l’eredità è anche e soprattutto affettiva. È fatta di rapporti, di ricordi, di legami spezzati e di tensioni rimaste irrisolte.
Il re della televisione italiana, che ha segnato un’epoca con la sua presenza sul piccolo schermo, lascia dietro di sé non solo un patrimonio economico, ma anche un’eredità umana complessa, che ancora oggi suscita discussioni e polemiche.
Una vicenda destinata a far parlare
Le parole di Katia Ricciarelli hanno acceso i riflettori su una situazione delicata, che probabilmente continuerà a far discutere. La figura di Dina Minna, da decenni al fianco di Baudo come assistente, è oggi al centro di un acceso dibattito: da un lato la fedeltà e la vicinanza dimostrate negli anni, dall’altro le accuse di aver isolato il conduttore dai suoi affetti più cari.
Quel che è certo è che la storia dell’eredità di Pippo Baudo non si esaurisce con la semplice divisione dei beni. Si intreccia con emozioni, rancori e memorie personali che, inevitabilmente, resteranno parte del ricordo collettivo di chi lo ha amato.