La giunta militare ha lanciato un appello alla comunità internazionale per l’invio urgente di aiuti umanitari. Tuttavia, le tensioni politiche e i vincoli diplomatici potrebbero ritardare l’arrivo dei soccorsi.
Il rischio di nuove scosse è concreto
Gli esperti avvertono che il peggio potrebbe non essere passato. Il geologo del CNR Andrea Billi ha spiegato che “il rischio di repliche significative rimane alto e potrebbe protrarsi per giorni o settimane”. La Faglia di Sagaing, lunga oltre 1200 km, è considerata tra le più pericolose del continente asiatico, simile per struttura alla ben nota Faglia di San Andreas in California.
Secondo il geologo Mario Tozzi, “l’energia sprigionata da questo terremoto è stata 300 volte superiore a quella del sisma di Amatrice del 2016”. Una potenza devastante, amplificata dalla scarsa profondità dell’epicentro, tra 15 e 24 km, che ha fatto sì che gli effetti in superficie fossero catastrofici.
Popolazione stremata e in fuga
Le scosse di assestamento continuano a far evacuare gli edifici superstiti. Interi quartieri sono stati abbandonati, con famiglie che dormono in strada o in rifugi di fortuna. L’ansia è palpabile: ogni rumore, ogni tremolio del terreno viene vissuto come l’annuncio di una nuova tragedia.
In mezzo a questo scenario apocalittico, il Myanmar chiede aiuto. Ma il mondo risponderà? E quanto tempo servirà per ricostruire non solo edifici, ma anche speranze, vite e intere comunità?