lunedì, Maggio 5

Nuovo Papa, chi è il favorito considerato un “protetto” di Bergoglio

Segue da vicino Luis Antonio Tagle, cardinale filippino già Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, noto per la sua visione progressista e per essere molto vicino a Papa Francesco. Per lui, le quote si aggirano su 5 a 2.

Altri nomi che compaiono frequentemente nelle scommesse sono quelli del cardinale Peter Turkson del Ghana, con una quota di 5 a 1, e Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, rappresentante dell’ala più “francescana” dell’episcopato italiano, quotato a 7.

Le scommesse non si limitano solo a individuare il prossimo Papa, ma riguardano anche la sua nazionalità e perfino il nome pontificale che sceglierà una volta eletto. Tra i nomi più gettonati spiccano “Leone” e “Pio”, a richiamo della tradizione.

Nonostante negli Stati Uniti le scommesse sui conclavi siano considerate illegali, si calcola che a livello globale siano già stati puntati oltre 12 milioni di dollari sull’evento.

Una sorpresa tra i papabili: Jean-Marc Aveline guadagna terreno

Negli ultimi giorni, però, l’attenzione si sta spostando su una figura meno nota ma in rapida ascesa: Jean-Marc Aveline, attuale arcivescovo di Marsiglia. Fino a poco tempo fa, il suo nome non figurava tra i principali candidati. Oggi, però, le sue quotazioni stanno crollando, segno di un crescente consenso attorno alla sua candidatura. La sua quota è ora intorno a 33, ma gli analisti non escludono un ulteriore calo.

Nato nel 1958 a Sidi Bel Abbès, in Algeria, da una famiglia pied-noir, Aveline ha vissuto sulla propria pelle l’esperienza della migrazione e dell’integrazione culturale. Dopo aver studiato teologia in Francia, ha fondato l’Istituto di Scienze e Teologia delle Religioni, con l’obiettivo di promuovere il dialogo interreligioso in un’area strategica come quella del Mediterraneo.

È stato creato cardinale nel 2022 da Papa Francesco, che ha più volte mostrato grande stima per lui. Non a caso, Aveline viene oggi considerato da molti come un “protetto” del pontefice argentino, il quale ha sempre sottolineato l’importanza del dialogo tra le religioni, della giustizia sociale e dell’accoglienza verso i migranti.

Un candidato di compromesso in un’epoca complessa

Aveline potrebbe rappresentare una figura di sintesi, in grado di unire le varie sensibilità della Chiesa cattolica. Il suo profilo internazionale, la profonda attenzione per i temi sociali e culturali, e la vicinanza al pensiero di Francesco lo rendono un possibile candidato di compromesso tra le diverse correnti.

La sua esperienza nel dialogo tra cristianesimo e Islam, unita alla capacità di parlare a una Chiesa sempre più globale e meno eurocentrica, potrebbe convincere anche i cardinali provenienti da realtà molto diverse tra loro. Inoltre, il suo passato da migrante potrebbe renderlo simbolicamente perfetto per incarnare la visione di una Chiesa aperta, accogliente e in ascolto del mondo contemporaneo.

Cosa aspettarsi dal Conclave: tra strategia e Spirito Santo

Il Conclave è un evento in cui si mescolano strategia, preghiera e diplomazia. Sebbene ogni cardinale entri nella Cappella Sistina con le sue preferenze, spesso il corso delle votazioni prende pieghe impreviste. La storia ci insegna che i favoriti della vigilia non sempre vengono eletti, e che spesso emergono figure poco considerate, ma capaci di raccogliere consensi trasversali.

In questo contesto, la figura di Jean-Marc Aveline potrebbe davvero guadagnare terreno nei giorni decisivi. La sua crescita tra i papabili non è solo frutto di calcoli politici, ma anche di una visione ecclesiale in sintonia con i temi più cari all’ultimo pontificato: inclusione, dialogo, giustizia sociale.

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