Resinovich, la scoperta choc su Visintin: la notizia che cambia tutto
Il caso della scomparsa e della morte di Liliana Resinovich, avvenuta il 14 dicembre 2021 a Trieste, continua a sollevare nuovi interrogativi e a mantenere alta l’attenzione mediatica. Uno degli ultimi sviluppi riguarda la scheda di memoria della GoPro appartenente al marito della donna, Sebastiano Visintin. Secondo quanto emerso dalle indagini della Polizia Postale, la memory card sarebbe stata formattata e inizializzata, cancellando quindi i filmati registrati proprio nel giorno in cui Liliana sparì.
Un dettaglio che, per gli inquirenti e per l’opinione pubblica, apre nuove domande e aggiunge ulteriore mistero a una vicenda che già da tempo appare avvolta da ombre e contraddizioni.
La scomparsa di Liliana Resinovich
Liliana, conosciuta come Lilly dagli amici, era una donna di 63 anni, residente a Trieste. La mattina del 14 dicembre 2021, secondo la ricostruzione ufficiale, avrebbe dovuto incontrare un’amica per una passeggiata, ma a quell’appuntamento non arrivò mai. Da quel momento di lei non si ebbero più notizie fino al tragico ritrovamento del suo corpo senza vita, avvenuto settimane dopo in un’area boschiva del parco di San Giovanni, non lontano dalla sua abitazione.
Il marito, Sebastiano Visintin, ex agente di polizia in pensione, segnalò subito la scomparsa. Fin dai primi momenti si mise in moto una macchina investigativa complessa, ma le ipotesi su cosa fosse realmente accaduto a Liliana restarono molteplici e contrastanti: suicidio, gesto volontario, malore, ma anche la possibilità di un omicidio.
Le indagini e i contrasti
Negli anni successivi al ritrovamento, le indagini hanno conosciuto più fasi e non sono mancate tensioni tra chi riteneva che Liliana fosse morta per cause naturali o per un gesto estremo e chi, invece, sosteneva la pista dell’omicidio.
La Procura di Trieste aveva chiesto l’archiviazione del caso, ipotizzando che la donna fosse deceduta per soffocamento volontario. Tuttavia, la famiglia e molte persone vicine a Liliana non hanno mai creduto a questa ricostruzione. L’opposizione all’archiviazione ha portato il giudice per le indagini preliminari (GIP) Luigi Dainotti a ordinare nuovi accertamenti.
Il ruolo della GoPro e la cancellazione dei dati
Proprio in questo contesto emerge un particolare cruciale: la GoPro di Sebastiano Visintin. Si tratta di una piccola videocamera che l’uomo utilizzava durante le sue uscite in bicicletta sul Carso triestino. Il 14 dicembre 2021, giorno in cui Liliana sparì, la GoPro avrebbe registrato i suoi spostamenti.
Secondo gli investigatori, quel materiale avrebbe potuto rivelarsi prezioso per chiarire con precisione dove si trovasse Visintin nelle ore della scomparsa della moglie e se avesse incrociato percorsi o luoghi collegati alla vicenda. Tuttavia, quando gli inquirenti hanno analizzato la scheda di memoria, hanno scoperto che era stata formattata il 13 giugno 2023, alle ore 20:37.