La giornalista ha parlato di mancanza di fermezza e rinuncia agli strumenti negoziali: “Ha accettato di lavorare a mani legate, seguendo i consigli di governi quasi tutti di destra, salvo due eccezioni socialiste come Spagna e Danimarca. Il resto della Commissione simpatizza per una destra estrema, e Von der Leyen si è adattata”.
Secondo Preziosi, la presidente avrebbe tradito il mandato del Parlamento europeo, che l’aveva sostenuta nella precedente legislatura, per poi virare a destra nel tentativo di mantenere il proprio ruolo, pur perdendo sostegno politico nel frattempo.
Il paragone con Zelensky e l’attacco alla strategia europea
Nel suo intervento, Daniela Preziosi ha usato un paragone forte per evidenziare la differenza di atteggiamento tra von der Leyen e altri leader politici: “È stato più dignitoso Zelensky quando è stato bullizzato da Trump. Lui ha reagito, ha combattuto. Lei invece si è presentata con il fazzoletto bianco”.
Secondo Preziosi, l’Europa starebbe cercando di “ingraziarsi Trump” anche sul dossier Ucraina, ma lo farebbe in modo remissivo e senza la necessaria dignità politica: “Stiamo rinunciando alla nostra autonomia strategica e lo facciamo in silenzio, senza nemmeno minacciare di tassare le big tech. E il nostro governo è stato il primo a dire che va bene così. Incredibile”.
Una postura che divide e infiamma il dibattito
Le parole di Preziosi hanno acceso il dibattito in studio e sui social, dove l’intervento è diventato virale. La sua analisi ha toccato un punto sensibile: il rapporto tra Europa e Stati Uniti in un periodo di incertezza geopolitica, con un’America che torna ad essere imprevedibile e un’Europa che fatica a trovare una linea autonoma e forte.
Il tema ha anche un riflesso interno: la politica estera italiana sembra allinearsi totalmente alla Commissione e, secondo la giornalista, non ha saputo cogliere l’opportunità di affermare una posizione più autonoma: “Siamo andati lì senza nemmeno pretendere la digital tax. È un fallimento totale”.