lunedì, Aprile 7

La Russa visita Sgarbi al Gemelli: «Non smetterai mai di vedere la bellezza»

La Russa visita Sgarbi al Gemelli: «Non smetterai mai di vedere la bellezza»

Un incontro silenzioso ma denso di significato, quello tra il presidente del Senato Ignazio La Russa e Vittorio Sgarbi, ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma dallo scorso 24 marzo. Una visita discreta, lontana dai riflettori, ma che sta facendo parlare per la sua intensità umana e simbolica. Perché se Sgarbi è da settimane assente dalla scena pubblica, avvolto in una nube di sofferenza e silenzio, la sua figura – nel bene e nel male – è sempre stata presenza vibrante nella vita culturale e politica del Paese.

Un mattatore in pausa, ma non sconfitto

I teatri in cui ha incantato platee con le sue lectio magistralis sull’arte, le aule parlamentari che ha animato con i suoi interventi, i salotti televisivi in cui ha sempre lasciato il segno: tutto sembra ora muto senza di lui. Ma non si tratta solo di assenza mediatica. Sgarbi sta combattendo una delle sue battaglie più dure, quella contro una malattia invisibile, profonda e spesso taciuta: la depressione.

«Non è stata una visita politica», ha spiegato La Russa all’uscita dall’ospedale. «Ma un gesto dovuto verso un amico. Una persona con cui ho avuto scontri, discussioni, ma che ho sempre stimato. La depressione è una malattia seria, e chi ci passa ha bisogno di sostegno, non di giudizi».

vittorio sgarbi la russa

Un legame profondo, oltre le ideologie

La Russa non ha voluto portare parole vuote. Con sé aveva un libro d’arte, scelto con cura. Lo ha consegnato a Sgarbi con una frase semplice, che ha il sapore dell’affetto autentico: «So che non smetterai mai di vedere la bellezza, neanche nei momenti più bui». Poche parole, ma che raccontano tanto del legame tra due figure spesso agli antipodi, ma unite da una sensibilità comune per il valore della cultura.

L’incontro – secondo quanto riferito da fonti vicine a Palazzo Madama – è durato circa mezz’ora. Un tempo carico di silenzi, ma anche di piccoli segni di speranza. «Lui diceva poche parole, ma quelle giuste», ha raccontato La Russa. «Teneva il filo del discorso. Era malinconico, certo, ma lo sguardo era ancora quello. Stanco, ma vivo. Gli occhi di fuoco di Vittorio non cambiano».

Un gesto che vale più di mille discorsi

In un’epoca in cui la politica spesso sembra distante dall’umanità delle persone, episodi come questo ci ricordano che esistono ancora momenti di autenticità. La depressione non guarda in faccia nessuno: colpisce in silenzio, dilaga nell’anima e può divorare anche i più forti. Ma quando qualcuno si prende la briga di bussare alla tua porta, di portarti un libro, di dirti «ci sono», allora qualcosa può davvero cambiare.

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