I medici hanno spiegato che l’operazione è stata «multidisciplinare ortopedica e chirurgica», con la riduzione di diverse fratture e l’asportazione della milza.
Dopo il risveglio, Silvia ha chiesto anche del suo orologio, al quale è molto legata, ma non ricordava di averlo consegnato ai vigili del fuoco durante i soccorsi. «Lo ha dato lei per metterlo al sicuro», ha raccontato il padre.
Il percorso psicologico
I medici del San Camillo hanno predisposto per Silvia un percorso di supporto psicologico per aiutarla a rielaborare il trauma e, soprattutto, per accompagnarla nel momento in cui le verrà comunicata la morte di Beatrice.
Sarà assistita da un’équipe di psicologi nei prossimi mesi, nella speranza che la memoria torni gradualmente e che possa affrontare il dolore con l’aiuto di specialisti.
Le indagini sulla dinamica
Nel frattempo proseguono le indagini della polizia locale di Roma Capitale – Gruppo Mare, coordinate dalla Procura di Roma. Gli investigatori stanno analizzando i filmati delle telecamere pubbliche e private lungo la via Cristoforo Colombo, dal Grande Raccordo Anulare fino a piazza dei Navigatori, dove è avvenuto l’impatto. I testimoni parlano di una gara a 150 km/h tra due Bmw partite da Anzio: quella bianca, che ha travolto la Mini, e una grigia, il cui conducente è stato già ascoltato.
La Bmw sotto esame
La Bmw bianca guidata da Girimonte, ora indagato per omicidio stradale, sarà oggetto di accertamenti tecnici per verificare se il motore fosse stato modificato. Alcuni testimoni hanno infatti raccontato di un «rumore assordante» proveniente dal motore, come se fosse stato potenziato. Le perizie della procura dovranno stabilire la velocità effettiva e le responsabilità precise di chi era alla guida.
L’autopsia su Beatrice Bellucci
Nella giornata di martedì si è svolta l’autopsia sul corpo di Beatrice Bellucci al Policlinico Tor Vergata. Secondo i primi risultati, la ragazza è morta poco dopo l’arrivo in ospedale a causa di un grave politrauma toracico e addominale. Un esame che conferma la violenza dello schianto e la drammaticità di una tragedia che ha sconvolto la comunità romana.
Un’amicizia spezzata
Silvia e Beatrice erano inseparabili. Le due ragazze erano cresciute insieme e condividevano tutto: sogni, passioni, progetti. Ora, una è ricoverata in terapia intensiva, l’altra non c’è più. «Quando arriva mamma?» è la frase che resta, simbolo di uno smarrimento più grande di ogni ferita fisica: quello di un’amicizia spezzata troppo presto.



















