Zelensky, dal canto suo, ha voluto marcare una linea netta: l’Ucraina non parteciperà a questa rappresentazione. “Non intendiamo contribuire a creare un clima di consenso internazionale attorno a Putin”, ha affermato, sottolineando la volontà di Kiev di non legittimare simbolicamente un governo che ha avviato una guerra d’aggressione contro uno Stato sovrano.
La proposta di una tregua di 30 giorni
Durante lo stesso intervento, Zelensky ha rilanciato un appello per una tregua temporanea della durata di 30 giorni. L’obiettivo è duplice: da un lato, ridurre temporaneamente il livello di violenza sul campo e permettere un respiro umanitario alla popolazione civile; dall’altro, riaprire uno spiraglio diplomatico per una possibile soluzione politica del conflitto.
Tuttavia, Zelensky è stato chiaro nel precisare che questa tregua non implica alcuna concessione territoriale o politica. L’Ucraina non accetterà compromessi che prevedano il riconoscimento dell’occupazione russa dei territori annessi illegalmente, come la Crimea e le regioni orientali del Donbass.
La proposta si inserisce in un momento delicato, in cui le trattative diplomatiche sembrano stagnare e la guerra continua a provocare distruzione e vittime su entrambi i fronti. Per Zelensky, una tregua temporanea potrebbe servire anche a rafforzare la pressione sulla Russia da parte della comunità internazionale.
Tra diplomazia, sicurezza e propaganda
Il messaggio del presidente ucraino non è solo un avvertimento, ma un appello politico rivolto alla responsabilità dei leader mondiali. La partecipazione alla parata di Mosca, secondo Zelensky, non può essere considerata un gesto neutrale o cerimoniale. In un contesto di guerra aperta, ogni segnale pubblico assume un valore politico ben preciso.
Alcuni osservatori internazionali ritengono che la presenza di leader stranieri alla celebrazione del 9 maggio possa essere interpretata come un tentativo di mantenere aperti i canali diplomatici. Tuttavia, molti altri sottolineano che una tale partecipazione rischia di offrire una vetrina internazionale a un regime che continua a violare il diritto internazionale.
Inoltre, la minaccia di possibili provocazioni o atti di violenza durante l’evento aumenta il livello di rischio e rende più difficile per i governi giustificare la propria presenza a Mosca. Il fatto che Zelensky non possa garantire la sicurezza dei partecipanti getta un’ombra inquietante su tutta la manifestazione.
Il 9 maggio: da celebrazione storica a campo di battaglia simbolico
Originariamente concepito come un giorno di commemorazione della fine della Seconda Guerra Mondiale, il 9 maggio rischia quest’anno di trasformarsi in un’occasione di scontro simbolico e geopolitico. Invece di celebrare la pace, la giornata potrebbe diventare l’emblema delle divisioni internazionali e della crisi globale in atto.
Zelensky ha voluto ribadire che, in questo contesto, la neutralità è impossibile. Ogni gesto, ogni partecipazione, ogni assenza verrà letta attraverso la lente del conflitto in corso. La comunità internazionale è ora chiamata a una scelta consapevole, nella consapevolezza che anche la diplomazia ha i suoi confini.