venerdì, Luglio 18

Garlasco, Cavallaro a Zona Bianca: «Il Dna di Ignoto 3 è robusto e completo»

Nuovi dettagli emergono sul delitto di Garlasco durante la trasmissione Zona Bianca, condotta da Giuseppe Brindisi su Rete 4, mercoledì 16 luglio. Al centro del dibattito, il Dna trovato sulla garza utilizzata per il tampone orale su Chiara Poggi, la giovane uccisa il 13 agosto 2007. È contaminazione o una traccia che potrebbe appartenere al vero assassino?

Il ruolo della genetista e le analisi della garza

Rita Cavallaro, giornalista che segue il caso da anni, ha ricostruito i passaggi chiave dell’incidente probatorio: «La genetista Denise Albani ha sezionato la garza in cinque parti, etichettate con le lettere B, C, D, E, F. Nella parte destra in basso è stato trovato il Dna del tecnico assistente del medico legale, Ernesto Gabriele Ferrari, segnale di una possibile contaminazione».

Ma la sorpresa arriva analizzando la parte centrale: «Qui è stato rinvenuto il Dna di Ignoto 3, robusto e completo, con cromosoma Y. Si tratta di un profilo che gli inquirenti definiscono “interessante e importante”, perché la porzione centrale è quella dove era stato applicato il tampone orale, non una zona marginale» ha spiegato Cavallaro. Per questo, l’ipotesi che anche la parte centrale sia stata contaminata «appare difficile da sostenere, almeno secondo le prime valutazioni».

Le sue parole, sul caso Garlasco, sono state durissime. Cavallaro ha parlato di “fallimento per la giustizia” e del perché gli italiani stanno perdendo fiducia nella giustizia dopo aver visto gli ultimi sviluppi al caso Garlasco.

Il dibattito: contaminazione o prova chiave?

Nella stessa trasmissione è intervenuto Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi: «L’unico modo per evitare speculazioni e ricostruzioni fantasiose è procedere subito alle comparazioni. Se non c’è stata contaminazione, allora si apre uno scenario del tutto nuovo».

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