Alberto Stasi resta in semilibertà: la Suprema Corte conferma l’ordinanza
Martedì 1 luglio 2025 la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Milano contro l’ordinanza dell’11 aprile che concedeva il regime di semilibertà ad Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007.
L’udienza si è svolta in forma «cartolare», cioè senza la presenza delle parti. I giudici hanno analizzato il ricorso firmato dalla sostituta procuratrice Valeria Marino, le osservazioni del pg della Cassazione e le memorie della difesa di Stasi. Alla fine, la decisione: rigetto del ricorso e conferma della semilibertà.
Le motivazioni del ricorso e la difesa
Tra i punti contestati dalla Procura, uno in particolare ha attirato l’attenzione: l’intervista concessa da Stasi a “Le Iene”, andata in onda il 30 marzo. Secondo la PG milanese, tale attività non rientrava nei motivi per cui un permesso premio può essere concesso, ossia «familiari, culturali o lavorativi».
Per i legali di Stasi, Giada Bocellari e Antonio De Rensis, invece, non era necessaria alcuna autorizzazione: nessuna prescrizione era stata violata. La Direzione del carcere di Bollate e i giudici di sorveglianza avevano già confermato questa interpretazione. La Cassazione, con il rigetto del ricorso, ha implicitamente dato ragione alla difesa.