Omicidio Garlasco, Alberto Stasi
Alberto Stasi: la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano
Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, ha ottenuto la semilibertà.
La decisione è stata presa dal Tribunale di Sorveglianza di Milano, segnando un importante passo nel percorso detentivo del 41enne. La sentenza di condanna, divenuta definitiva nel 2015, riguarda l’efferato delitto avvenuto nel 2007, che ha scosso l’opinione pubblica italiana.
Con la concessione della semilibertà, Stasi potrà ora trascorrere gran parte della giornata fuori dal carcere, impegnato non solo in attività lavorative, ma anche in programmi formativi e di reinserimento sociale. Rientrerà nel carcere di Bollate ogni sera, secondo gli orari e le condizioni stabilite dai giudici.
Cosa prevede il regime di semilibertà
Il regime di semilibertà rappresenta una misura alternativa alla detenzione ordinaria. Viene concessa a detenuti che hanno dimostrato un comportamento esemplare e che sono considerati idonei ad affrontare un graduale reinserimento nella società. In pratica, chi ottiene la semilibertà può uscire dal carcere durante il giorno per lavorare, studiare o partecipare ad attività socialmente utili, ma deve rientrare la sera per trascorrere la notte in carcere.
Nel caso di Alberto Stasi, già dal 2023 era stato autorizzato a lavorare all’esterno. Attualmente è impiegato come contabile presso un’azienda a Milano. Ora, con la semilibertà, il suo tempo fuori dal carcere potrà estendersi anche ad attività non strettamente lavorative, come corsi formativi o attività sociali, volte alla sua piena riabilitazione.
La posizione della Procura e il parere favorevole del carcere di Bollate
Nonostante la richiesta dei difensori di Stasi – gli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis – la Procura Generale di Milano si era inizialmente opposta alla concessione della misura alternativa. La sostituta procuratrice generale Valeria Marino aveva chiesto il rigetto dell’istanza, sottolineando un episodio considerato problematico: la partecipazione di Stasi a un’intervista televisiva senza autorizzazione formale.