Caso Garlasco, Alberto Stasi convocato in Procura: nuove indagini sul delitto di Chiara Poggi
Il delitto di Garlasco torna prepotentemente sotto i riflettori. Dopo quasi 18 anni, la tragica morte di Chiara Poggi, avvenuta il 13 agosto 2007 nella sua abitazione di via Pascoli, nel piccolo comune in provincia di Pavia, continua a far discutere l’opinione pubblica e ad alimentare dubbi, ipotesi e nuove piste investigative.
Al centro delle ultime evoluzioni c’è ancora una volta Alberto Stasi, l’allora fidanzato della giovane vittima, condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni di reclusione per omicidio. Stasi, oggi in regime di semilibertà nel carcere di Bollate, ha sempre dichiarato la propria innocenza, ribadendo di non essere responsabile dell’atroce delitto che ha sconvolto l’Italia.
Una convocazione che riaccende le polemiche
Nei giorni scorsi, Stasi è stato convocato dalla Procura insieme ad un altro nome noto nel contesto dell’inchiesta: Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi. La notizia della convocazione ha scatenato un vero e proprio terremoto mediatico. Entrambi sono stati chiamati a comparire negli uffici giudiziari di corso Cavour, e – secondo fonti vicine alla procura – risulterebbero attualmente indagati per concorso in omicidio, insieme ad altre persone ancora non note.
Un dettaglio sorprendente, soprattutto se si considera che nella sentenza definitiva del 2015 i giudici avevano escluso categoricamente la presenza di eventuali complici nella dinamica dell’omicidio. Oggi, invece, lo scenario potrebbe essere completamente diverso.
Il ruolo di Andrea Sempio e le ombre sulla vecchia inchiesta
Andrea Sempio era stato indagato già nel 2017, ma la sua posizione era stata rapidamente archiviata. Si trattava di un nome emerso grazie a nuove analisi genetiche e a un DNA parzialmente compatibile con una traccia rinvenuta sotto le unghie di Chiara. Tuttavia, all’epoca l’allora procuratore Mario Venditti, titolare del fascicolo, decise di non proseguire su questa pista.
Oggi, però, proprio Venditti è finito sotto inchiesta per abuso d’ufficio nell’ambito di un’indagine più ampia che ha portato anche all’arresto di due carabinieri di Pavia, accusati di corruzione. Questo filone parallelo ha portato alla luce nuovi documenti e possibili elementi rimasti in ombra durante le indagini originali, riaprendo così il caso con una nuova prospettiva investigativa.
Le dichiarazioni degli avvocati: Stasi e Sempio di nuovo al centro
Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio, ha commentato la situazione con una certa cautela, definendo il momento “delicato” e sottolineando che l’interrogatorio sarebbe un passaggio preliminare a una possibile richiesta di rinvio a giudizio. Secondo Lovati, le difese stanno “affilando le armi” del codice di procedura penale per affrontare questo nuovo capitolo giudiziario.
Dal canto suo, Gian Luigi Tizzoni, avvocato della famiglia Poggi, non nasconde la sua perplessità. In un’intervista a Il Fatto Quotidiano, ha criticato duramente l’operato della Procura di Pavia, accusandola di aver abbandonato la verità processuale costruita negli anni e consegnata alla famiglia della vittima dopo anni di battaglie legali. Tizzoni ha definito la nuova pista “confusa” e poco coerente con le risultanze processuali già acquisite.