venerdì, Ottobre 24

Sigfrido Ranucci, stangata dal Garante: multa da 150mila euro per gli audio privati di Sangiuliano

Bufera su Report e sulla Rai. Il Garante per la Privacy ha comminato una multa da 150mila euro per la diffusione dell’audio privato tra il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini, mandato in onda durante la puntata dell’8 dicembre 2024. La decisione è arrivata al termine di un lungo procedimento avviato quasi un anno fa.

Il comunicato ufficiale del Garante

In una nota diffusa nel pomeriggio, l’Autorità ha spiegato di aver accertato violazioni del Codice della Privacy, del GDPR e delle regole deontologiche sull’esercizio della professione giornalistica. “Il Garante per la protezione dei dati personali – si legge – ha irrogato e notificato alla Rai la sanzione di 150mila euro per la violazione di alcune disposizioni del Codice della Privacy e del GDPR, in relazione alla diffusione dell’audio tra il dottor Sangiuliano e la moglie Corsini”.

Il procedimento, avviato nel dicembre 2024, si è concluso dopo un contraddittorio completo con la redazione del programma e i legali della Rai. L’Autorità ha ritenuto che la trasmissione del contenuto audio fosse illegittima e lesiva della sfera privata delle persone coinvolte.

Il reclamo del ministro e la seconda decisione

Parallelamente, il Garante ha reso noto l’esito di un secondo procedimento legato a un reclamo presentato da Sangiuliano contro alcune testate giornalistiche per presunte violazioni della privacy. In questo caso, l’Autorità ha dichiarato il reclamo “infondato”, precisando che non erano stati riscontrati elementi di irregolarità nella pubblicazione di articoli riferiti alla vicenda personale del ministro.

Ranucci attacca: “Un provvedimento politico”

La sanzione è stata annunciata poche ore dopo un durissimo attacco di Sigfrido Ranucci durante una conferenza stampa al Parlamento europeo di Strasburgo. “Mentre la politica da una parte ci esprime solidarietà, dall’altra arma le authority per punire Report”, ha dichiarato il conduttore, accusando il Garante di “agire su input politici”.

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