“Lo sta facendo in queste ore per dare un segnale esemplare. Chiedo che il Garante europeo verifichi come sta operando il Garante italiano, che è ormai un’emanazione del governo”, ha proseguito Ranucci, rivendicando “la responsabilità delle proprie parole e la libertà del giornalismo d’inchiesta”.
La replica dell’Autorità: “Siamo indipendenti”
In serata è arrivata la replica ufficiale del Garante, che ha definito “gravissime” le affermazioni di Ranucci. “Il Garante, nella totalità dei suoi componenti, ribadisce l’assoluta indipendenza e trasparenza del proprio operato – si legge nella nota –. L’Autorità agisce esclusivamente a tutela della legalità e si riserva ogni iniziativa a propria difesa”.
Una presa di posizione netta, che segna un nuovo capitolo nello scontro tra il conduttore di Report e le istituzioni. La tensione tra libertà di stampa e tutela della privacy è destinata a proseguire anche nelle prossime settimane, con la Rai che valuta un possibile ricorso contro la sanzione.
Il precedente: l’audio privato dell’8 dicembre
L’audio al centro del caso era stato trasmesso durante la puntata di Report dell’8 dicembre 2024. Si trattava di una registrazione privata tra il ministro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini, diffusa nell’ambito di un’inchiesta giornalistica. Già all’epoca, la messa in onda aveva suscitato forti polemiche sulla legittimità della diffusione e sulla tutela della privacy delle persone coinvolte.
Con la decisione del Garante, la Rai si trova ora a fronteggiare non solo un danno economico rilevante, ma anche un nuovo fronte di conflitto politico e mediatico che potrebbe riaccendere il dibattito sulla responsabilità dell’informazione pubblica in Italia.

















