E qui arriva la stoccata più dura: «Se ci fate caso, le oscenità più indecenti si compiono in vacanza: si tradisce il coniuge, si sfregiano monumenti, si rischia la vita per un selfie sul cucuzzolo di una montagna. Tutto questo, dopo aver ipotecato il portafoglio per un pacchetto all inclusive su una spiaggia puzzolente».
Vacanze a peso d’oro (e a debito)
Il tema economico è centrale nel ragionamento di Feltri. Il giornalista denuncia il caro-prezzi da capogiro: «Soggiornare su una spiaggia modesta della Riviera romagnola può costare 1.500 euro al giorno». Un paradosso che, a suo dire, spinge molte famiglie a indebitarsi: «Il prestito per migrare verso il lido è la cosa più scema che abbia mai sentito. Significa vivacchiare 12 mesi per concedersi 7 giorni di inferno».
I dati lo confermano: l’inflazione turistica ha toccato livelli record, con aumenti medi del 20% sui pacchetti vacanza. Una situazione che, secondo Feltri, dimostra quanto il concetto stesso di ferie sia diventato una trappola per gonzi: «Si accetta di vivere un anno nella mediocrità per fingere, per una settimana, una vita da cartolina. E il dramma è che le cartoline di oggi sono solo selfie indecenti».
Dal Settecento a Instagram: il senso (perduto) del viaggio
Feltri ripercorre con ironia la storia delle vacanze: «Avevano forse un senso nel Settecento, quando i giovani rampolli facevano il Grand Tour per studiare arte e politica. Avevano senso negli anni del boom, quando la parentesi estiva era l’unico sfogo dopo un anno di fatica vera. Ma oggi, che il mondo è a portata di clic, a cosa serve infilarsi nella cloaca del mare aperto o sgomitare tra i sentieri per un selfie da quattro like?».
La stoccata finale: “Vacanze intelligenti? Una bufala”
L’editoriale si chiude con una citazione cinematografica che diventa parabola dell’Italia contemporanea: Vacanze intelligenti, il celebre episodio con Alberto Sordi. «Ricorda la moglie grassoccia costretta dai figli radical-chic a visitare musei e biennali? Sfinita, si accascia su una sedia e un imbecille la scambia per un’installazione artistica. Ecco, noi oggi siamo così: vogliamo sembrare quello che non siamo. E in vacanza peggioriamo».
Nostalgia di un’Italia più semplice
Dopo la furia, arriva la malinconia: «Vorrei rivivere solo una cosa: un giorno di dolce far niente a Guardialfiera, con il sole che scava la campagna e il fiume che solletica le membra. Quando tutto era più semplice e non si sgomitava per un selfie sul cucuzzolo spoglio di una montagna». Un’immagine poetica che stride con il degrado di oggi: «Non è più tempo del dolce partire. Le ferie sono una cloaca di debiti e stupidità».